Lo Studio Ponoc ha annunciato negli scorsi giorni l’uscita, prevista per la prossima estate, di un nuovo lungometraggio animato, The Imaginary, un adattamento dell’omonimo romanzo per ragazzi scritto nel 2014 da A.F. Harrold, con illustrazioni di Emily Gravett. La notizia e il trailer, che circola in rete da alcuni giorni, sono una buona occasione per riflettere sulla posizione nel panorama animato del giovane studio giapponese e esplorare la carriera di Yoshiyuki Momose, regista del film. Lo Studio Ponoc nasce nel 2015, in parte anche come conseguenza della chiusura, che poi si è rivelata temporanea, dello Studio Ghibli. Yoshiaki Nishimura, che con lo studio di Hayao Miyazaki e Isao Takahata aveva lavorato come produttore per due lavori, La storia della principessa splendente e Quando c’era Marnie, decide infatti di iniziare una nuova avventura portando con se altri professionisti legati all’esperienza Ghibli. Fra questi l’animatore e regista Hiromasa Yonebayashi, autore che con lo studio di Totoro aveva già realizzato il già citato Quando c’era Marnie, ma anche il notevole Arrietty – Il mondo segreto sotto il pavimento, il suo debutto come regista.

Lo Studio Ponoc e Yonebayashi, due anni dopo la nascita della compagnia, fanno uscire Mary and the Witch’s Flower, ulteriore tappa dell’evoluzione artistica di Yonebayashi, ma anche, i paragoni per quanto ingiusti sono inevitabili, una continuazione della poetica portata avanti dallo Studio Ghibli negli ultimi decenni. Nishimura e soci nel 2018 producono un lungometraggio animato a episodi intitolato Eroi modesti, tre mediometraggi che raccontano una storia di creature magiche ambientata sott’acqua, Kanini & Kanino, segmento diretto da Yonebayashi, una sull’allergia alle uova di un bambino, Samurai Egg, diretto da Momose, e l’ultima, le vicende di un uomo invisibile. Quest’ultimo, intitolato Tomei ningen, appunto uomo invisibile, è diretto da Akihiko Yamashita ed è probabilmente il migliore dei tre, un’allegoria sulle difficoltà esistenziali di sentirsi vivi e di dare un senso alla propria vita, raccontata con uno stile tanto dettagliato quanto fantasioso. Nel 2020 il Comitato Olimpico incarica lo studio di realizzare un cortometraggio che celebri i giochi di Tokyo del 2020, poi spostati nel 2021. Tomorrow’s Leaves, questo il titolo, viene diretto da Momose e benché di notevole fattura, il corto è stato criticato da più parti in quanto lo Studio Ghibli non avrebbe mai accettato di creare qualcosa per un’organizzazione come quella olimpica. Insomma i paragoni con Miyazaki e il suo studio non finiranno mai.

Momose è stato a lungo uno degli animatori che più hanno collaborato con Miyazaki e Takahata per i loro più famosi lungometraggi, ma negli anni 2000 ha anche realizzato per la televisione due curiosi cortometraggi, Ghiblies (2000) e Ghiblies: episode 2 (2002), sperimentando con la computer graphic in una farsesca presa in giro dell’ambiente lavorativo dello studio. Mentre fra il 2004 e il 2005, per lo Studio Kajino, una succursale dei Ghibli, crea tre videoclip dalle atmosfere spaziali per il gruppo pop giapponese Capsule. Attivo anche nel mondo della grafica per videogiochi, nel 2010 realizza le animazioni per Ni no kuni: La minaccia della Strega Cinerea, collaborazione tra Studio Ghibli e Level-5, esperienza che porterà al suo debutto come regista di lungometraggi, Ni no kuni del 2019. Interessante sarà vedere se e come tutte queste esperienze disparate, animatore per lavori di grande respiro, regista per cortometraggi spesso dal tono surreale o comico, sapranno coagularsi in The Imaginary.

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