Il New York Times lo ha definito un «musicista irriducibile». Il contrabbassista William Parker ha compiuto lo scorso gennaio settantanni dei quali cinquanta passati a suonare jazz, o meglio free jazz o musica creativa come viene denominata quella corrente che fu originata dalle incisioni di Cecil Taylor e Ornette Coleman sul finire degli anni Cinquanta. Nato e cresciuto nel Bronx, ovverosia uno dei più poveri e pericolosi quartieri di New York, Parker ha mosso i suoi primi passi nell’ambiente dei Loft degli anni Settanta, quando la città pullulava di questi spazi autogestiti dove si sperimentavano musiche che fondevano tutta la...