Rivelazione della scena elettronica, Whitemary, all’anagrafe Biancamaria Scoccia, esce finalmente con un disco, Radio Whitemary, dopo il successo dell’EP Alter Boy!!! del 2019. Giovane abruzzese trapiantata a Roma, la cantante di Credo che tra un po’ conferma, con queste 14 nuove tracce, di essere un incredibile unicum nel panorama italiano. Diplomata in canto jazz, soltanto negli ultimi anni Whitemary scopre synth e cassa dritta, rielaborando varie influenze musicali in un collage dove, sorprendentemente, convivono lingua italiana e suoni analogici, come il liquido electro-clash della memorabile etichetta francese Ed Banger. A partire dalle grafiche pop e stilizzate dei Radio Whitemary, da lei stessa curate, e da una voce e da un cantato che, a tratti, ricorda quella di Uffie, indimenticata portabandiera al femminile di quel french touch fiorito dopo il successo planetario dei Daft Punk. Ma le coordinate musicali di Biancamaria, come del resto il jazz insegna, sconfinano in geografie ardite dove l’elettronica è solo una parte di un mosaico complesso di influenze e aspirazioni. Lungi dal raffreddare il suo inconscio attraverso synth a tappetto e filtri vocali, Radio Whitemary scorre come un flusso di coscienza urban, un po’ nello stile della belga Charlotte Adigéry, dove ermetismo e bisogno di confronto, quasi terapeutico, penetrano in testi a tratti surreali che spesso sfociano in mantra come nella bellissima Niente di regolare.

SENZA DIMENTICARE il sano divertimento da dancefloor, come nella travolgente penultima traccia Disco bisco a cavallo fra Moroder e Hercules and Love Affair. Scritto, suonato e cantato da Biancamaria, l’album è stato da lei stessa definito come «un gran casino di sentimenti, condivisi e condivisibili» e brani come Numeri e basta e Mi sento, oscuri e rarefatti al punto giusto, «certificano» la sua indiscutibile capacità di ricercare (e trovare), anche in suoni primitivi e quasi d’avanguardia, il terreno idoneo alle sue elucubrazioni esistenziali e sonore.