Procedura di cessione di ramo d’azienda. Che partirà già oggi. Whirlpool è inamovibile e porta alle estreme conseguenze il suo ricatto: ha deciso di vendere il sito di Napoli a chi gliel’aveva già chiesto da mesi. La Prs (Passive Refrigeration Solutions) azienda svizzera con sede a Lugano che produce container per il trasporto di alimenti. La quale sfrutterà il vicino porto per i suoi traffici. Promette di riassumere tutti i 425 lavoratori attuali. Ma si fa fatica a crederci.

PER QUESTO IERI AL MISE l’ennesimo tavolo si è tenuto – e ancor più concluso – in un clima di grande tensione. Dopo l’annuncio iniziale dell’azienda, i delegati dei lavoratori e i sindacalisti nazionali hanno cercato di ribadire come a luglio l’azienda si fosse impegnata a trovare una soluzione per continuare la produzione di lavatrici a Napoli. Ma, dopo ore di interventi, l’azienda si è limitata a controbattere che non aveva «niente da aggiungere a quanto detto». Rinunciando dunque anche ai 17 milioni di incentivi già previsti nel decreto Imprese dello scorso agosto.

Al ministero nel frattempo niente pare cambiato. A seguire le crisi aziendali è rimasto Giorgio Sorial che lo aveva fatto nel Conte 1 e con Di Maio – il quale aveva citato la vertenza Whirlpool come una delle priorità da risolvere per non far cadere il governo con la Lega e poi per crearne un altro in fretta – , mentre la neo sottosegretaria Alessandra Todde (M5S, ex amministratore delegato di Olidata, prima dei non eletti nella circoscrizione Isole alle europee) è rimasta silente.

Sorial ha cercato di smuovere le acque ma ha dovuto riconoscere che l’amministratore delegato di Whirlpool Italia Luigi La Morgia – ex direttore dello stabilimento di Napoli – «prende ordini dall’America».

PER FORTUNA A SERA il ministro Patuanelli ha deciso di battere un colpo. E di convocare la dirigenza di Whirlpool venerdì 20 settembre al Mise. Vedremo quale dirigenza – si spera almeno quella europea – e con quali esiti.
Ieri sera i circa duecento lavoratori riuniti in presidio davanti al ministero alla notizia della cessione hanno trattenuto la rabbia e non sono mancati attimi di tensione, anche se le divisioni fra di loro iniziano a serpeggiare.

DURISSIMA LA FIOM. «La decisione di Whirlpool è offensiva nei confronti delle lavoratrici, dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali. La procedura prevederebbe un confronto tra le parti, ma non è quello che Whirlpool fino ad ora ha mostrato di voler fare. Un confronto serio prevede rispetto reciproco tra le parti, ma come si fa ad avere rispetto di chi al tavolo dice una cosa e fuori fa l’opposto? I dirigenti di Whirlpool Italia ci dicano se hanno margini di trattativa o se si limitano ad eseguire semplicemente le direttive che arrivano da oltreoceano», dicharano Barbara Tibaldi, segretaria nazionale Fiom, e Rosario Rappa, segretario generale Fiom Napoli.

«I lavoratori non sono una merce. Bisogna avere più rispetto per le loro famiglie e per la città di Napoli. Il governo deve fare ogni sforzo per riprendere la trattativa, trovare una soluzione per salvaguardare questo patrimonio industriale e tutti i posti di lavoro», scrive su twitter la segretaria generale della Cisl Annamaria Furlan.
OGGI SI TERRÀ L’ASSEMBLEA allo stabilimento di via Argine, che si preannuncia infuocata. Domani invece a Roma la riunione dei delegati di tutto il gruppo per decidere le iniziative in tutti gli stabilimenti. Ci sarà sicuramente uno sciopero nazionale.