La cittadinanza europea, istituita nel 1992, sembra ai più un artificio retorico senza nessuna presa sulla vita di tutti i giorni. Alla meglio, rappresenta un nobile ideale. Un libro in uscita in Francia sostiene invece che l’insieme di diritti e di politiche legati a quest’istituzione hanno effetti concreti e una natura politica. Infatti essa, incoraggiando la mobilità delle persone, dei servizi e dei capitali, produce uno spazio territoriale che ricompone, a partire dalla materialità del lavoro, gli spazi nazionali, intesi sia come spazi giuridici che geografici. L’Europa è dunque un processo di ridefinizione dello spazio e dei contorni stessi del soggetto politico. Solo facendo i conti con questa nuova forma statuale si può ripensare la sovranità politica.

Teresa Pullano, La citoyenneté européenne: un espace quasi-étatique (Presses de Sciences Po, 2014)


Nonostante se ne parli poco, le elezioni europee impatteranno significativamente sulle vite dei cittadini comunitari. Le questioni che si pongono sono molteplici. Il voto di fine maggio per il rinnovo del Parlamento europeo polarizzerà ulteriormente l’Europa? Assisteremo alla vittoria di populismi e nazionalismi? Riuscirà la sinistra a farsi sentire? Per cercare di rispondere a queste domande, ma soprattutto per portare le elezioni europee al centro del dibattito pubblico, il sito inglese Open Democracy ha aperto uno spazio di dibattito aperto anche a giovani e blogger dei diversi Paesi europei: Euro election 2014, can Europe make it?
www.opendemocracy.net/can-europe-make-it/euro-elections-2014



È scaricabile dal sito di Re:Common la pubblicazione “A caccia di risorse”, realizzata da Re:Common, Mani Tese, CeVi e Contratto mondiale sull’acqua. Il rapporto è uscito dieci giorni fa in forma cartacea insieme alla rivista Internazionale. In a “Caccia di risorse” si narra della folle corsa all’accaparramento delle risorse, siano esse l’acqua, il petrolio o le terre, in atto sul nostro martoriato Pianeta. Re:Common in particolare ha curato la parte sul land grabbing, raccontando un caso monitorato dall’associazione in Madagascar, nel quale è evidente anche il coinvolgimento di un’azienda italiana. Nell’inserto, inoltre, si parla di grandi dighe in India e dello sfruttamento dell’oro nero in Ecuador.
http://www.recommon.org/a-caccia-di-risorse-la-pubblicazione-e-ora-on-line/

Secondo un’ indagine della Commissione europea condotta su 28 mila cittadini dell’Ue, il 94% degli europei che viaggia al di fuori del proprio Paese fa un uso limitato di servizi sul cellulare a causa dei costi del roaming e il 28% di coloro che viaggiano nell’Ue spegne il proprio telefonino quando si reca in un altro paese. Un’occasione perduta per le società di telecomunicazioni – sostiene Bruxelles – perché si lasciano sfuggire un mercato di circa 300 milioni di utenti a causa delle attuali politiche dei prezzi, con effetti negativi per altre imprese, come quelle che producono app. La Commissione intanto è intervenuta con una proposta di direttiva che punta a realizzare un mercato unico della telefonia e della navigazione su internet, attraverso una combinazione di incentivi di mercato e di obblighi normativi.
Dipartimento politiche europee – http://annoeuropeocittadini.politicheeuropee.it/