Qualcosa per fortuna si muove. Ormai da anni in area milanese per quanto riguarda il jazz d’avanguardia e l’improvvisazione il panorama ahimé è praticamente azzerato: mancano spazi stabili di riferimento, rassegne, interlocutori, e per avere con una certa regolarità delle occasioni di ascolto in questo campo, da Milano ci si sposta a Novara, Padova, Forlì, o più lontano.

Chi ha pensato di gettare un sasso nello stagno è We Insist!, etichetta – che nel nome richiama il titolo di un celebre album di Max Roach, la Freedom Now Suite – attiva dal 2018 con una significativa produzione di Cd e vinili, molto curata anche nella veste grafica; nel fine settimana 18-19 maggio ha presentato una due giorni, We Insist! Live, con diversi dei musicisti italiani legati all’etichetta e alcuni importanti protagonisti delle musiche avanzate di matrice jazzistica provenienti dall’estero: allestita con la regia artistica del clarinettista Giancarlo Nino Locatelli e quella organizzativa di Maria Borghi, presidente della Fondazione We Insist!, con sede a Cernusco sul Naviglio, la rassegna è stata ospitata dalla Casa delle Arti della città dell’hinterland – giusto mezz’ora di metropolitana dal centro di Milano – con un concreto sostegno del Comune, che ha scommesso su questa iniziativa e voluto che i concerti fossero a ingresso gratuito.

ALLO SFORZO non da poco di dare alla musica improvvisata e al jazz innovativo degli sbocchi discografici, We Insist! ha da sempre affiancato anche quello di cercare di creare per i musicisti che le ruotano attorno delle occasioni per proporsi dal vivo, e negli anni scorsi l’etichetta ha avuto delle “vetrine” all’interno di festival e rassegne, qualche anno fa anche a Milano dentro JazzMi, ma questa era la prima prova di una rassegna in area milanese organizzata autonomamente; la Casa delle Arti, di costruzione abbastanza recente, si è dimostrata una struttura funzionale, con un auditorium di circa 200 posti con una ottima acustica.

We Insist! Live ha approfittato della tournée del trio Jones Jones, che altrimenti ben difficilmente avrebbe trovato una opportunità per suonare a Milano o dintorni, malgrado la statura e la storia dei suoi componenti: la fama del sassofonista Larry Ochs è legata soprattutto alla sua militanza in una cruciale, storica formazione del post-free, il californiano Rova Saxophone Quartet; Mark Dresser è uno dei più valenti contrabbassisti dell’ambito dell’avanguardia, spesso accanto – negli ottanta e novanta ma poi anche nel nuovo millennio – ad Anthony Braxton; il batterista Vladimir Tarasov, nato in Russia e dal ‘68 residente a Vilnius, oggi capitale della Lituania, è stato dalla fine degli anni sessanta uno dei protagonisti del jazz d’avanguardia oltrecortina, e il trio Ganelin-Chekasin-Tarasov fu ad un certo punto la rivelazione per gli appassionati dell’Europa occidentale e degli Usa del livello e della maturità che il jazz più avanzato aveva raggiunto nella allora Urss.

DOPO JONES JONES, a cui è stata affidata l’apertura, si è esibito il consolidato duo di Nino Locatelli e del pianista Alberto Braida, cameristico e riflessivo, con una bella coerenza formale: quindi le due formazioni si sono fuse in un quintetto per un set finale.

Domenica pomeriggio Locatelli e Braida sono tornati in scena con il settetto Pipeline, con Gabriele Mitelli, cornetta, Sebi Tramontana, trombone, Luca Tilli, violoncello, Andrea Grossi, contrabbasso, Cristiano Calcagnile, batteria: 40 minuti di set di improvvisazione, nel mutare di atmosfere e situazioni, sempre calibrata, con un certo humour ben controllato e un che di elegante flemma; merito di tutti, ma ci sia consentita una menzione particolare per Tramontana, gran suono e magnifico senso del dove inserirsi in maniera estemporanea e cosa fare in maniera pertinente: Tramontana, che ha fatto parte dell’Italian Instabile Orchestra, vive da trent’anni a Monaco di Baviera, dove ha trovato più opportunità che in Italia, e per fortuna c’è We Insist! a ricordarci il suo valore.

Star Splitter, cioè Gabriele Mitelli/Rob Mazurek, trombe, elettronica, campionamenti, percussioni, voci, ha presentato l’album Medea, pubblicato in vinile ma anche con l’originale formula di poster (con un’opera di Mazurek) e codice per scaricare la musica

POI Andrea Grossi ha presentato Axes, nuovo album del suo vivace gruppo Blend 3, integrato sia nel disco che qui dal vivo da Jim Black: Grossi ha fatto dell’assenza della batteria una cifra stilistica della formazione, ma adesso ha voluto affrontare la sfida di confrontarsi con lo strumento; con Manuel Caliumi, sax alto e clarinetto basso, Michele Bonifati, chitarra, e Black, batterista di grande reputazione, molto richiesto in tutto un ambito di jazz americano bianco d’avanguardia, i Blend 3 + di Grossi, contrabbasso ma anche basso e clarinetto, sono passati da momenti di jazz elettrico anfetaminico ad atmosfere più calme e meditative, come in un brano dedicato a Messiaen.

Infine, Star Splitter, cioè Gabriele Mitelli/Rob Mazurek, trombe, elettronica, campionamenti, percussioni, voci, ha presentato l’album Medea, pubblicato in vinile ma anche con l’originale formula di poster (con un’opera di Mazurek) e codice per scaricare la musica: duo ormai efficacemente rodato, ma sempre in evoluzione, nel quale in questa occasione l’elettronica ha preso ancora più rilievo, con un uso corposo, vitalistico, free, rumoristico e anche godibilmente giocoso. We Insist! Live ha richiamato molti appassionati, musicisti e addetti ai lavori: confortata dal risultato, l’etichetta pensa già ad una seconda edizione.