La regione Veneto revochi il patrocinio al Congresso mondiale delle famiglie (Wcf) che si terrà da venerdì a domenica a Verona. Lo hanno chiesto i gruppi di M5S e Pd e i consiglieri regionali Piero Ruzzante (Leu), Patrizia Bartelle (Italia in Comune) e Cristina Guarda (Amp), «in quanto i principi che vengono propugnati ledono il principio di laicità dello Stato e di uguaglianza e pari dignità di tutti i cittadini».

Per il 5S Jacopo Berti «è inaccettabile che con il patrocinio la Regione dia voce e offra ribalta a persone favorevoli alla pena di morte o a comminare gravi discriminazioni contro chi ha inclinazioni sessuali diverse da quelle tradizionali». E il dem Stefano Fracasso annuncia: «Sabato saremo in prima linea alla contro manifestazione di Verona». Mentre Ruzzante spiega che nella mozione presentata con Bertelle si sottolinea che il patrocinio al Wcf «è in netta contraddizione» rispetto all’articolo 5 dello Statuto del Veneto secondo cui la Regione «opera per garantire e rendere effettivi i diritti inviolabili, i doveri e le libertà fondamentali dell’uomo contrastando pregiudizi e discriminazioni di ogni sorta». Ma il governatore leghista Luca Zaia conferma il patrocinio e pure la sua partecipazione al Congresso, con «approccio asettico», dice.

La giunta comunale di Padova chiede invece alle «autorità competenti» di bloccare le «parate neofasciste che inneggiano alla cancellazione di diritti e conquiste sociali acquisite da decenni, in una cornice nostalgica di un passato tragico e liberticida». Si tratta del corteo contro la 194 organizzato in città da Forza Nuova proprio in occasione del Wcf. «Padova – scrive la giunta – chiede serenità, rispetto, e non accetta di essere ripetutamente strumentalizzata e usata come palcoscenico per manifestazioni dal chiaro intento provocatorio».