Si tratta, promette il Ceo di Warner Media Studio and Networks Group, Ann Sarnoff, di una decisione che riguarda solo il 2021, «di un piano unico, per un anno unico». Ma il suo capo, il Ceo del gruppo Warner Media, Jason Kilar, è stato molto più evasivo rispetto ai pronostici. L’annuncio, giovedì pomeriggio, che la Warner Bros. intende far coincidere l’uscita dei diciassette film nel suo listino 2021 contemporaneamente nelle sale e sulla piattaforma Hbo Max, ha abbattuto su Hollywood un nuovo Tsunami di panico, fatto crollare le azioni dei cinema in borsa e scatenato le ire di grossi circuiti di multisale come Amc che aveva appena annunciato un piano di rifinanziamento per poter sopravvivere oltre la pandemia. Il nuovo modello distributivo, previsto per titoli come Dune, Suicide Squad, The Matrix 4, un nuovo Space Jam, Cry Macho di Clint Eastwood e il prequel di The Sopranos, The Many Saints of Newark, sarà dunque quello che la WB ha ideato per Wonder Woman 1984, e cioè un’uscita day and date, nei cinema e sul canale streaming della WB, di alcuni dei film più attesi (e prevedibilmente più spettacolari) dell’anno.

DOPO ESSERE stati disponibili per trenta giorni su Hbo Max, senza rincari rispetto al prezzo dell’abbonamento mensile di 14.99 dollari e quindi ad un costo radicalmente inferiore a quello del biglietto per andare al cinema, i film tornerebbero appannaggio unico delle sale – ma ormai svuotati del fattore attualità – fino all’uscita in home video e Vod che rispetterebbe la tradizionale finestra di novanta giorni. Il modello riguarda per ora esclusivamente il mercato americano perché – diversamente da Netflix e Disney + – Hbo Max al momento non esiste all’estero. Quasi in contemporanea con l’annuncio di giovedì , il dipartimento marketing dello studio dava il via su Twitter alla promozione dell’abbonamento a Hbo Max come il perfetto regalo di Natale.

«TI HO PRESO qualcosa di veramente bello quest’anno», «Le prime più attese», «esattamente lo stesso giorno», nei cinema e su Hbo Max – con un montaggio di clip dei film. Riversare l’intero listino 2021 su un canale streaming che sta facendo molta fatica a decollare (solo 8.6 milioni di abbonati, contro i 38 milioni di Hbo e i 73 milioni che Netflix ha solo negli Stati uniti) non potrà che far salire le azioni, la visibilità e presumibilmente il numero degli abbonati di Hbo Max. Molti sostengono infatti che il mandato di Kilar, da parte della AT&T, che ha acquistato lo studio nel 2018, sia proprio questo – dopo tutto, una piattaforma di streaming è molto più simile ai meccanismi «no frills» (essenziali) di funzionamento di una telefonia di quanto non lo sia la tradizionale distribuzione nei cinema, su grande schermo.

PARADOSSALMENTE, la mossa per rinvigorire le fortune di Hbo Max significa sicuramente che la Wb incasserà molto meno di quanto avrebbe incassato se i film in questione avessero debuttato solo in sala – in particolare per quelli più ad alto budget. È praticamente impossibile, infatti, rientrare dei costi di un film da 200 e più milioni senza sfruttare appieno il potenziale delle vendite dei biglietti. Ma lo studio sembra disposto ad assorbire la perdita – che colpirà anche autori, produttori e star i cui contratti spesso includono percentuali sui profitti – se questo significa migliorare la propria posizione nelle «guerre dello streaming». «Chiaramente, Warner Media intende sacrificare una considerevole porzione dei profitti del suo studio cinematografico, dei suoi partner produttivi e dei filmmakers, per sovvenzionare il suo start up, Hbo Max. Per quanto ci riguarda faremo il possibile perché ciò non avvenga a nostre spese», ha dichiarato il Ceo di Amc Adam Aron.