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Walter Mauro, l’intellettuale atipico

Book Note Che Walter Mauro sia stato un intellettuale atipico nel panorama italiano lo mostrano i primi passi della sua carriera: si laurea con Ungaretti, ne frequenta la casa romana oltre che […]

Pubblicato circa un mese faEdizione del 7 settembre 2024

Che Walter Mauro sia stato un intellettuale atipico nel panorama italiano lo mostrano i primi passi della sua carriera: si laurea con Ungaretti, ne frequenta la casa romana oltre che le lezioni universitarie, entra nel suo cenacolo dove spesso capita Vinícius de Moraes, le cui canzoni sono state rese dal poeta in forma lirica, in una triangolazione che coinvolge anche Sergio Endrigo.

Ungaretti faceva con le sue poesie una musica «spezzata, sincopata», scrive Mauro, simile a quel jazz che adora fin da ragazzo. In effetti per raccontare questa storia dobbiamo fare un passo indietro e andare a Bari, dove il giovane Walter frequenta il liceo classico cittadino, incontra Benedetto Croce, subisce una retata fascista che lo imprigiona con mezza classe e diversi professori.

Questi sono i primi capitoli de La letteratura è un cortile (Giulio Perrone ed.), metà autobiografia, metà raccolta di ritratti dei tanti intellettuali incontrati da Mauro. Il nostro è un personaggio «larger than life». È uno studioso di letteratura italiana, un dantista, ma frequenta scrittori di tutto il mondo; di giorno insegna in un liceo, la notte suona jazz finendo per conoscere la Roma di sopra e quella di sotto, intellettuale, jazzofilo e giornalista per Paese Sera, il tutto senza confini. Quando Louis Armstrong torna in Italia e approda a Ciampino chi è il batterista nella band dixieland che suona al suo arrivo? Esatto. Le contraddizioni non lo spaventano. «Vivevamo un paradosso. Se da un punto di vista musicale e jazzistico eravamo legati all’America, da quello politico l’America rappresentava il nemico, laddove l’amico era l’Urss e in Urss il jazz era per gran parte proibito. Così ci dividevamo tra giornate “rosse” e notti a stelle e strisce». Pubblica tre antologie dedicate al blues, agli spiritual e alle work song e scrive libri sulla musica nera fortemente politici: Jazz e universo negro (Rizzoli, 1972), Il blues e l’America nera (Garzanti, 1977).

Un personaggio così fatica a stare in un partito e l’allontamento dal Pci viene raccontato in un capitolo dal titolo Il rumore degli intellettuali in gabbia. Instancabile, va a Parigi, assiste all’amore tra Juliette Greco e Miles Davis (che poi racconterà nel romanzo breve del 2008 Miles e Juliette) ascolta Charlie Parker, si intrattiene con Sartre e Mary McCarthy. Ispira dei film: il primo è degli anni Sessanta e Mauro viene impersonato da Walter Chiari, il secondo lo ha girato il regista Marco Lodoli pochi anni fa. Tra un Nobel e uno Strega, chi altri ha avuto relazioni profonde con Pasolini, Moravia, Morante, Bassani, Soldati, Quasimodo, Montale, Rafael Alberti, Evtushenko, Philip Roth? Quanti possono dire di aver accompagnato in tour l’orchestra di Duke Ellington? Di aver cercato di far fare la pace ai nemici-amici Vargas Llosa e García Márquez?

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