Uniti in una misteriosa Lega, i confratelli s’incamminano in un viaggio verso una destinazione che non è un luogo, ma un’altra dimensione: fra loro, in una strana combinazione di storia e finzione, Lao Tze, Platone, Pitagora, Don Chisciotte, Tristram Shandy, Mozart e Klee. È, approssimativamente, la trama del Pellegrinaggio in Oriente di Hermann Hesse (1932), che i fan dell’autore e gli appassionati di orientalismo conoscono bene. Quel che forse neppure loro sanno (soprattutto perché la traduzione italiana li fuorvia) è che uno dei campioni della Lega, l’interprete più geniale del suo paradosso (l’irriproducibilità dell’esperienza con le parole) è Ludovico Ariosto,...