L’originale fisionomia intellettuale di Vittorio Sermonti, poggiata su una scrittura insieme estrosa e sorvegliata, si è mostrata in varie forme, ma sempre tenendosi radicata alla medesima matrice: Sermonti incarnava un’Italia colta e civile, e la sua contemporaneità era quella di chi ha mandato a memoria i classici, letti fino a perdersi, dissimulando il lungo esercizio senza il quale l’estro non esiste. QUEL CHE UNISCE tutta la sua opera, dai romanzi alle cronache, dalle traduzioni ai commenti è la sua magnifica dizione: non solo in senso tecnico – per chi insegnò tale disciplina a coloro che si preparavano in Accademia –...