Secondo il presidente della camera Roberto Fico, che ha invitato il presidente dell’Inps Tito Boeri a colloquio a Montecitorio, è stato un «incontro cordiale e costruttivo», oltreché inedito. Il tema è ovviamente il taglio dei vitalizi, argomento di una lunga campagna dei 5 Stelle.

L’incontro segue la performance del presidente dell’Inps in televisione (In mezz’ora, domenica scorsa), dove Boeri ha sostenuto che l’estensione retroattiva del criterio di calcolo contributivo ai circa 2.600 assegni vitalizi garantirebbe «un risparmio significativo di oltre 150 milioni euro». Numeri assai più alti di quelli proposti dallo stesso Boeri due anni fa, quando il risparmio previsto si fermava alla metà, «76 milioni di euro l’anno». La spiegazione, forse, sta nel fatto che i 150 milioni di risparmio non andrebbero adesso calcolati solo sulla spesa pensionistica di Montecitorio e palazzo Madama – nel complesso sui 220 milioni di euro, sarebbe in quel caso un taglio quasi del 70% – ma anche sulla spesa per le pensioni dei consiglieri regionali. Ma è proprio Boeri a spiegare che l’Inps non può fare calcoli precisi perché non dispone dei dati sui contributi versati dai singoli parlamentari; «è vergognoso, dovrebbero darceli, sono cariche pubbliche» ha detto in tv. Polemica vecchia, alla quale l’ufficio di presidenza della camera nella scorsa legislatura aveva replicato spiegando che il dato complessivo dei versamenti è già pubblico (sul sito) mentre l’Inps non ha titolo ad avere informazioni sui singoli deputati perché l’ente non ha competenza sugli assegni visto che sono a carico dei bilanci parlamentari. Al contrario, l’Inps è certamente in grado di fare una previsione di spesa per l’eventuale abolizione della legge Fornero, altra proposta del programma dei 5 Stelle. Costerebbe, secondo i calcoli di Boeri, circa 600 volte il massimo dei risparmi ottenibili dai vitalizi (85 miliardi). Di questo il presidente dell’Inps non ha discusso con Fico.

Malgrado l’incontro «costruttivo», restano gli ostacoli tra i 5 stelle negli uffici di presidenza di camera e senato e il taglio dei vitalizi. Solo ieri, allo scadere del decimo giorno dei quindici che i questori di Montecitorio si erano assegnati per produrre una proposta di delibera, la presidente del senato ha «invitato» i questori senatori a coordinarsi con i colleghi deputati. Le sensibilità, così come le maggioranze, sono diverse nei due uffici di presidenza. Il passo della riforma dei vitalizi sarà inevitabilmente quello della camera più lenta.