Viola Carofalo (Potere al popolo, ndr), sulla lista unitaria per le europee De Magistris ha gettato la spugna? «Non ci sono le condizioni». La sinistra radicale – voi, Prc, Sinistra italiana e altri – non riesca ad andare d’accordo?

Non so se ha gettato la spugna, la partita si gioca fino al novantesimo. Certo, le difficoltà ci sono state. Ma sulla concordia vorrei specificare: la questione è in che modo si vuole costruire una lista. Riunire la sinistra non è un nostro obiettivo. Per noi serve un soggetto nuovo che si smarchi da quelli che abbiamo visto fin troppe volte. De Magistris sarebbe l’ideale a capo di un progetto così.

Su cosa non siete d’accordo?

Noi non vogliamo fare il solito guazzabuglio. E mi permetto di dire che anche De Magistris la pensa così. Ho letto di candidature alla sergio Cofferati. Lo nomino solo perché ci ha tirato in ballo. Non corrisponde a quello che immaginiamo noi. Ha sostenuto il Terzo Valico, è stato un candidato del Pd di Renzi. Ma non credo che la pensiamo così solo noi.

È un veto su un nome o c’è una distanza con il suo partito, Sinistra italiana?

Noi a differenza di altri non poniamo veti, chiediamo di rispondere a temi politici. Critica radicale all’Ue, rottura dei Trattati, mettere al centro la questione di genere.

Paolo Ferrero, a nome della Sinistra europea, sostiene che no euro e pro euro possono coabitare in una stessa lista.

No, sarebbe del tutto inefficace. E comunque non c’è bisogno di un’altra lista che si piega alle imposizioni della Commissione: la fa già il Pd con un simbolo mascherato, come ha annunciato Zingaretti. Bisogna fare il Italia quello che a Lisbona hanno fatto Podemos e France Insoumise: unire forze fortemente critiche con l’Europa. E chi ci vuole stare ci sta.

Ma se il discrimine è essere contro questa Europa e contro i trattati, tutte le forze, (Prc, Si, Diem) lo sono. O no?

A me non sembra. Se non sei disposto a dire che il pareggio del bilancio non si fa e che il debito non si paga, vuol dire che vai dalla Commissione con il cappello in mano.

Ma fino a che punto spingete la critica? Fino al no all’euro?

La questione non è l’euro. Per questo serve De Magistris. Al comune di Napoli, quando si è trattato dei tagli per questioni di bilancio, ha detto no: vi fregate, io la gente non la licenzio e non gli sospendo lo stipendio per il pareggio. E questo discorso deve valere anche per l’Europa. E non mi pare che quelli che tu nominavi lo facciano, né nelle amministrazioni né a Bruxelles.

Cioè non vi alleate con nessuno.

Dipende. Io la posizione degli altri non la capisco, non la posso interpretare. Non posso dire se possono stare o no al tavolo. Posso dire la mia: bisogna fare qualcosa di nuovo, che coinvolga tanti e tante. E se siamo tutti d’accordo sullo stracciare i trattati, può funzionare.

Potere al popolo si è già divisa una volta dal Prc. Rischiate il bis?

Ma no, la convergenza con il Prc ci può essere. Poi una cosa è fare un soggetto insieme, un’altra fare una confluenza, un’alleanza per una competizione. Ma dipende da loro: se vogliono continuare a inseguire Sinistra italiana, che tra l’altro dappertutto nelle città si allea con il Pd, o no. E ripeto: non per Sinistra italiana in sé ma perché servono posizioni politiche chiare.