Sceglie e soppesa bene le parole Vinicio Capossela che oggi ha in uscita un nuovo lavoro, Bestiario d’amore (La Cupa/Warner), opera breve in quattro movimenti che di fatto conclude un’operazione nata poco meno di un anno fa con la pubblicazione di Ballate per uomini e bestie. Con l’ep Capossela porta a compimento il viaggio nel medioevo fantastico iniziato con il precedente disco insignito anche del Premio Tenco. Già in Ballate per uomini e bestie aveva tratto ispirazione per la scrittura di alcuni dei brani dagli antichi bestiari medievali, trattati in cui si descrivevano le caratteristiche e le proprietà naturali e soprannaturali di animali esistenti o immaginari identificati come simboli teologici, filosofici e morali e spesso usati come allegorie da poeti e artisti.
Le creature dei Bestiari rappresentavano un ponte per raggiungere la zona più profonda e nascosta della natura umana, osservata attraverso lo specchio deformante, e dunque rivelatore, della vita animale. Ma che in realtà parlavano di noi.

L’ARTISTA nato ad Hannover da genitori irpini per questo breve lavoro attinge dal componimento letterario di un erudito del milleduecento, Richart de Fortival, «È un ep – spiega Capossela – che fa parte della stessa covata, se vogliamo usare un termine zoologico. L’avevo concepito con l’altro disco ma per la formula stessa dei pezzi (una overture di dieci minuti, un’introduzione breve solo strumentale e due tracce da poco più di tre minuti, ndr) non andava compressa in unico progetto. C’è poi un altro fattore da considerare: Ballate per uomini e bestie è sostanzialmente poesia, filosofia e denuncia dove certe allegorie dell’evo medio in realtà vengono riprese per descrivere l’evo medio attuale. Anche se il discorso sull’amore che intraprendo qui in realtà non è abbastanza ai margini, perché la prima conseguenza di ogni pestilenza (oggi è il coronavirus) è la distruzione della relazione e del senso di comunità. Ognuno tenta di salvarsi da solo. Come sta succedendo oggi».

La fonte di ispirazione è il componimento di de Fortival: «Non è stato semplice adattarlo per l’orchestra. È stato fondamentale l’apporto di Stefano Nanni con la Bulgarian Radio Symphony Orchestra» . L’amore secondo l’autore «apre i cancelli dello zoo interiore che ci portiamo dentro».

IN QUALCHE modo, verrebbe da dire, le relazioni amorose nascono da un istinto ferino, che può degenerare in comportamenti violenti: «E questo non li giustifica, ovviamente, ma mi piace questo ragionamento. Il sentimento amoroso è la prima esperienza che l’uomo fa passando dalla fanciullezza all’età adulta. È la prima consapevolezza dei propri limiti». Nel 2012 Capossela pubblica Rebtiko Gymanstas, registrato in Grecia: era il periodo della grande crisi e il timore di fare la stessa fine. C’è sempre un capro espiatorio per ogni cosa, ora sono i migranti: «Per attenerci al nuovo disco, anche nella rappresentazione dal vivo del mio bestiario c’è il capro espiatorio che è parte della narrazione delle pestilenze, l’untore. Primo Levi scriveva che è importante abbassare al livello di bestia l’umano perché l’aguzzino senta meno grave la propria colpa. È il senso dell’olocausto».

IN QUESTI continui rimandi tra passato e presente fanno paura i rigurgiti nazisti: «Si, è preoccupante. Una volta la paura si creava con il terrorismo fisico, l’ostentazione della violenza. Ora cambiano i sistemi ma la meccanica è simile. È inutile che Salvini dica che il partito fascista non esiste più: il fascismo è un modo di esistere, non un partito politico». La rivoluzione gentile delle sardine può indurre speranza, in qualche modo: «Sì per fare un battuta nel breviario le sardine ci stanno. Anche fare un bestiario d’amore è un atto di militanza». Capossela nato ad Hannover, cresciuto a Scandiamo e poi in giro per il mondo. Un apolide?: «No, piuttosto mi sento un poli polide. Sono più cose. C’è una parola tedesca bellissima: Heimat che vuol dire sentirsi a casa in un luogo. Non necessariamente un confine geografico ma una cultura a cui si appartiene».
Il tour con l’orchestra di Vinicio Capossela parte stasera dalla Union Chapel di Londra, il 21 febbraio sarà a Taranto, il 22 a Fasano. Per il calendario completo: viniciocapossela.it