Dopo 30 mesi senza stipendi gli 800 lavoratori dei servizi di pulizia e di ausiliariato delle scuole di Frosinone e Latina vedono la luce in fondo al tunnel. La loro lunghissima lotta ha prodotto un risultato insperato e importante: il Miur ha comunicato l’assegnazione definitiva al nuovo aggiudicatario che riassumerà tutti i dipendenti ripristinando diritti e livelli salariali secondo le norme. «Hanno vinto perché hanno resistito fino all’ultimo senza piegarsi ai soprusi e ai ritardi delle istituzioni. Al novanta per cento sono donne con famiglie monoreddito e stipendi netti da 700 euro al mese, molte delle quali hanno subito sfratti (una si è tolta la vita (ndr), e che ora torneranno al loro posto forti di una grande dignità», racconta Giovanni Gioia, segretario Filcams di Frosinone e Latina che ha seguito tutta la vicenda, supportando i lavoratori sia dal punto di vista sindacale che giuridico, lanciando a natale una «colletta alimentare» di solidarietà.
La loro vergognosa vicenda inizia nel 2014 quando il bando Consip, unico in tutta Italia diviso in 13 lotti, per le province di Frosinone e Latina – lotto 5 – viene aggiudicato alla Rti (raggruppamento temporaneo di imprese) Ma. Ca.-Servizi Generali-Smeraldo. Si tratta di tre cooperative che da subito non rispettano i diritti dei lavoratori. È l’inizio di un incubo: ritardi nei pagamenti, taglio delle ore dalle 35 previste dal bando si passa unilateralmente a 12 o perfino 8. A giugno 2017 arriva il blocco dei pagamenti: i lavoratori scioperano e protestano, ma in alcune scuole vengono sostituiti da altro personale che la Ma.Ca. usa senza rispettare alcuna regola.
La battaglia legale portata avanti dalla Cgil è lunga e complessa. Il tribunale di Latina spesso blocca i ricorsi o accoglie quelli della Ma.Ca. I lavoratori si ritrovano più volte sotto il Miur a protestare con Filcams Cgil, Fisascat Cisl eUiltrasporti con i vari governi che ascoltano ma non riescono a cambiare il corso delle cose.
Nel frattempo buona parte dei lavoratori «con grande senso di responsabilità continua a lavorare non pagata per garantire che la continuità scolastica». Alcuni presidi hanno il coraggio di bloccare gli appalti e farne dei nuovi, ma i ricorsi della Ma.Ca. fioccano e la situazione si fa sempre più intricata.
Finalmente lo scorso autunno, «mentre la Consip sostiene di non poter far niente», il Miur decide di indire una «gara ponte», ma la Ma.Ca. fa ricorso al Tar del Lazio che accoglie con una «sospensiva». Finalmente il 15 febbraio il Consiglio di Stato dà ragione al Miur e alla Filcams del Lazio: «La nuova assegnazione è legittima, la gara può procedere in maniera immediata proprio per l’emergenza sociale rappresentata dagli 800 lavoratori senza stipendio da luglio 2017».
«Mercoledì ci sarà il cambio d’appalto con clausola sociale completa e riassunzione di tutti gli 800 operatori», spiega Gioia.
Questa vicenda dovrebbe insegnare molto anche allo stato su come gestire gli appalti: «Se bloccare l’appalto a Ma.Ca. è stato relativamente facile, il problema vero è stato burocratico: ogni ricorso accolto bloccava tutta la procedura e, a parte le assurde sentenze del tribunale di Latina, si è dimostrato molto difficile usare uno strumento fondamentale a tutela dei lavoratori come il bando-ponte: riconosciamo al Miur il merito di averlo portato avanti nonostante la contrarietà della Consip», continua Gioia.
La gara ha valore fino a giugno quando si spera che possa essere andata a buon fine la promessa del governo di internalizzazione dei servizi di pulizia e di ausiliariato: «Sarebbe la soluzione migliore anche se i numeri del governo prevedono ora un taglio dagli attuali 16mila lavoratori a soli 11mila, cosa per noi inaccettabile», chiude Gioia.