L’urlo del sindaco Sala è incontenibile: «Italia, Italia, Italia». Il sindaco di Milano è tra quelli che più ci hanno creduto a questa candidatura, in un’alleanza inedita con due leghisti doc, i presidenti di Lombardia e Veneto Fontana e Zaia. È questo asse del nord ad aver vinto le Olimpiadi invernali del 2026, con la Lega che a livello nazionale segna un nuovo punto contro i 5 Stelle.

Milano si ritroverà tra sette anni a gestire un grande evento dopo Expo 2015. È una vittoria che proietta Sala verso la candidatura a un secondo mandato e ne ha parlato a caldo da Losanna: «Può influire sulla ricandidatura? Vediamo, può aggiungere qualcosa di stimolo, vedremo, ci devo ragionare con calma». A Milano si vota nel 2021 e la Lega farà di tutto per aver un suo sindaco a traghettare la città verso i giochi invernali in tandem con la Regione saldamente a destra.

A SOSTENERE LA CANDIDATURA di Milano-Cortina a Losanna era arrivato con un video messaggio il presidente della Repubblica Sergio Mattarella: «L’Italia è pronta ad accogliervi» e anche il presidente del consiglio Conte. «Uniti si vince» hanno commentato tutti i protagonisti politici di questa vicenda. I 5 Stelle sono dovuti salire sul carro dei vincitori malvolentieri dopo aver escluso Torino dalla candidatura a tre città. Il vicepremier Di Maio l’ha buttata sullo sport: «I Giochi Olimpici e Paralimpici invernali del 2026 si terranno in Italia, a Milano e Cortina. Potremo vedere da vicino i nostri campioni, ammirare la fiaccola accesa. Lo sport è una cosa straordinaria. Ed oggi è una giornata importante, proprio perché ha vinto lo sport». Per i 5 Stelle si mette male, la Lega si sta prendendo tutta la scena e il prossimo tassello sarà l’Autonomia.

UNO DEI PRIMI NODI da sciogliere sarà quello della governance e la Lega ha già messo le mani avanti. «La legge olimpica è prevista dai protocolli faremo un decreto che sarà convertito sicuramente prima della fine dell’anno» ha detto il sottosegretario allo Sport Giancarlo Giorgetti. «La legge non necessariamente comprende la governance ma potrebbe anche essere l’occasione per mettercela. Che tipo di governance? Prima lo slogan era sogniamo insieme, ora è lavoriamo insieme, devo condividere con gli altri. Abbiamo già in mente un top manager da chiamare a darci una mano perché è una macchina complessa e ciascuno di noi ha altre attività».

ANCHE PER SALA NON BISOGNA perdere tempo: «Non sta a me trovare soluzioni ma non bisogna buttare via tempo perché altrimenti bisogna ricorrere a procedura di urgenza e ad altre cose che creano problemi, anche a chi li gestisce».

Un riferimento neanche troppo velato alla sua vicenda personale con Expo 2015 e al processo che sta affrontando per falso per la retrodatazione di un documento.

STOCCOLMA È STATA BATTUTA con 47 voti contro 34, una vittoria piuttosto netta su un dossier che era apparso a tutti piuttosto solido. 1 miliardo e 300 milioni di investimenti diretti, 370 milioni a carico degli enti locali e 925 milioni a carico del Cio, il Comitato Olimpico Internazionale. Allo Stato centrale i costi per tutte le misure di sicurezza, non ancora definiti. A Milano verrà edificato con soldi dei privati il PalaItalia in zona Santa Giulia, sede del torneo di hockey maschile, mentre quello femminile andrà in scena al PalaSharp a Lampugnano, da ristrutturare. Spesa prevista: 7 milioni. Il Forum di Assago ospiterà il pattinaggio, il villaggio olimpico sarà all’ex scalo di Porta Romana: 70 stanze singole e 630 doppie destinate poi a essere riconvertite in residenze universitarie. La cerimonia d’apertura allo stadio di San Siro. «È significativo come queste saranno le prime Olimpiadi con la nuova agenda e le nuove regole olimpiche che puntano sulla sostenibilità» ha commentato l’assessore all’urbanistica milanese Pierfrancesco Maran. «Sappiamo bene che in passato non è sempre andata così». Per Maran c’è anche una differenza rispetto a quanto fatto con Expo: «È un progetto che si inquadra molto in quella che sarà la città dei prossimi anni. Con Expo noi stavamo cercando un grande evento per portare investimenti a Milano, oggi invece abbiamo una città che sta crescendo, che sta cambiando giorno dopo giorno e sui cui potremo montare l’evento olimpico senza grossi stravolgimenti».

SE PER IL 93% VERRANNO utilizzati siti esistenti, il rischio davanti a cui è davanti Milano è quello di diventare nei prossimi anni una città esclusiva ed escludente, una città turistica dove vivere sarà sempre più caro. Le Olimpiadi invernali potrebbero accentuare questa tendenza e gli investitori del capitalismo internazionale che recentemente hanno promesso oltre 10 miliardi su Milano ne sono la prova. Una città in espansione, dove i prossimi investimenti verranno fatti fuori dalle zone centrali della città, riqualificando sì pezzi di periferia, ma che in assenza di una forte regia pubblica spingeranno centinaia di persone a spostarsi altrove.