Il rancore. La voglia di vendicarsi. Forse la paura di perdere il lavoro. Ma questa volta non sembra il gesto di un disperato. “Ho regolato i conti” avrebbe affermato Giuseppe Pecoraro, 61 anni, il vigile urbano di Cardano al Campo che ieri ha sparato alcuni colpi di pistola contro il sindaco e contro un assessore del piccolo comune in provincia di Varese. Laura Prati, 49 anni, primo cittadino, è rimasta gravemente ferita all’addome ed è stata trasferita all’ospedale di Gallarate, Costantino Iametti, 76 anni, è stato colpito in maniera meno grave ed è stato ricoverato in elicottero all’ospedale di Varese. Entrambisono in prognosi riservata. Poteva essere una strage. Il vigile per fuggire ha ingaggiato uno scontro a fuoco con i carabinieri e prima di arrendersi ha fatto irruzione nella sede locale della Cgil, da cui è uscito senza colpire nessuno dopo aver buttato un fumogeno.

Giuseppe Pecoraro in casa aveva un arsenale, un fatto che forse poteva destare qualche sospetto ben prima della sparatoria di ieri mattina. Si tratta pur sempre di un uomo che fino a poco tempo fa indossava una divisa. Dopo un’indagine interna – probabile causa del gesto folle – gli era stata tolta la pistola di ordinanza, ma nessun ordine di sequestro è scattato per le altre armi da fuoco che deteneva regolarmente, un vero arsenale stando alle indiscrezioni degli inquirenti. Qualcuno dice una vera collezione. Del resto nella sua automobile ieri sono state trovate  due pistole semiautomatiche calibro 7.65, una carabina con un’ottica di precisione, un fucile da caccia e diverse munizioni. “Non mi risulta che l’uomo avesse problemi psichici – ha commentato l’ex sindaco di Cardano al Campo Mario Aspesi – ma alcuni anni fa era successo che nel corso di una lite con un collega lo aveva minacciato con la pistola d’ordinanza”.

Pecoraro lavorava da circa tre anni nell’ufficio tecnico e si occupava di ecologia. Era stato sospeso dal servizio a causa di una truffa avvenuta nel 2004 e nel 2005 ad opera di alcuni dipendenti del Comune che timbravano il cartellino al posto di altri colleghi che non erano al lavoro. Per questo motivo prima era stato trasferito in un ufficio amministrativo e in seguito sospeso per sei mesi (sospensione poi rinnovata proprio a fine giugno).

Non si contano le dichiarazioni di solidarietà con il sindaco Laura Prati (Pd) e con l’assessore Costantino Iametti. Per Alessandro Cattaneo (Anci) si tratta di “un episodio grave, gravissimo, che ancora una volta vede i sindaci in prima linea a pagare un prezzo altissimo”. E ancora: “Stiamo assistendo ad un’escalation molto preoccupante di episodi di violenza che hanno per obiettivo i rappresentanti delle istituzioni di base”. Il presidente della Lombardia, Roberto Maroni, prova “orrore per l’aggressione al sindaco Laura Prati e a Costantino Iametti, a loro l’affettuosa solidarietà mia e dalla giunta regionale”. Esprime solidarietà anche Umberto Ambrosoli, coordinatore del centrosinistra in consiglio regionale, così come la Cgil regionale e locale di Varese.