Vie dei festival, povere belle ma polemiche
Teatro Un cartellone ricco di nomi, Servillo, Gifuni, Donadoni, Cecchi, ma che rischia di essere l'ultimo
Teatro Un cartellone ricco di nomi, Servillo, Gifuni, Donadoni, Cecchi, ma che rischia di essere l'ultimo
Con una vivace e animata conferenza stampa è stato presentata ieri, al Vascello che l’ospiterà, la nuova edizione delle Vie dei Festival. Non è stata però l’ennesima presentazione di un festival (anzi, ad esser precisi la manifestazione compie giusto vent’anni), o almeno non solo quello. Natalia Di Iorio, che ne è da sempre responsabile non solo artistica, ha sfoggiato una cartellone all star con molti dei protagonisti assoluti della scena italiano, molte presenze che sono già tra le certezze del nostro futuro teatrale, e un grande spettacolo straniero del Circus Klezmer, che alla prima apparizione (nello stesso ambito) ha avuto a Roma accoglienze trionfali e torna quindi a grande richiesta.
Ma la stessa Di Iorio ha spiegato anche il machiavello, già riportato dai giornali e contestato dagli organizzatori di molte manifestazioni, di cui è responsabile la giunta Marino, e che potrebbe rendere questa l’ultima edizione della rassegna, dopo vent’anni di più che onorata presenza sulla scena autunnale (mission d’elezione, portare al pubblico romano quanto in Italia e in Europa era emerso di bello e importante durante i festival estivi).
Il sindaco e la sua assessora alla cultura Barca, all’indomani dell’insediamento, nonostante il bilancio zoppo lasciato da Alemanno, decisero di rispettare gli esiti del bando pubblico indetto a suo tempo dal comune. Finanziando in realtà solo i programmi previsti fino a settembre, dichiarando l’omaggio alla Estate romana inventata da Renato Nicolini. Coloro che, come richiesto dal bando, avevano programmato i propri progetti in autunno, hanno avuto solo tardivamente la notizia del finanziamento comunale: quelli di ottobre solo il 3 di questo mese, con in più l’amara sorpresa di vedere decurtato il contributo del 50 per cento. Su tutto quello che è stato programmato per novembre e dicembre, grava il buio di quanto resterà disponibile in cassa. Anche se molti di questi hanno ottenuto, nella graduatoria del bando comunale, i primi posti (Vie dei Festival sono sesti).
Un bel pasticcio, che non si sa se attribuire a ignoranza o a pressapochismo, ma certo in ogni caso nega la trasparenza di una gestione sana. Aggravata, come è stato ricordato, dalla sicurezza dei finanziamenti a enti e manifestazioni molto più «ricchi», nel cui merito nessuno è entrato, benché sempre dal comune (e dalla Regione) vengano maggioritariamente finanziate. È un complesso di situazioni che non promette molto sulle scelte culturali che dovrebbero caratterizzare il nuovo Campidoglio, dopo la lunga e immobile parentesi nera. Proprio ieri il maggior quotidiano romano riferiva essere Alessandro Gassman il candidato di Marino alla «direzione artistica» del Teatro di Roma: per limitare l’eventuale direzione di Ninni Cutaia a compiti extrartistici? L’attore ha al suo attivo, oltre alla simpatia e alle suggestioni del cognome, una appena corretta gestione dello stabile veneto, e l’abbandono precipitoso di quello abruzzese dopo il terremoto…
Tornando al programma delle Vie dei festival, vanta delle partecipazioni davvero clamorose: Toni Servillo con la sua Napoli per l’inaugurazione di lunedì prossimo, e poi Sandro Lombardi con Testori, Gifuni con Gadda, Donadoni col Vajont, Spiro Scimone con Nunzio, Enzo Moscato con Toledo Suite, e la coppia Carlo Cecchi e Nicola Piovani con un programma tutto musicale. E ancora una serata per Antonio Neiwiller, e i «nuovi» Mimmo Borrelli per la prima volta a Roma, Nicola Russo, Janniello e Laudadio; e ancora le stanze di Sonia Bergamasco, Tommaso Ragno e Daniela Piperno, Roberto Rustioni. E molto altro ancora, in un programmone che si spera proprio non sia l’ultimo.
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