Una volta i soldi si facevano con il furto di contanti e gioielli, poi, con Internet, svuotando i conti correnti online e infine rubando potenza computazionale dai telefonini per generare cryptovalute. Adesso però i criminali fanno soldi vendendo dati personali relativi ai corpi, ai movimenti e alle scelte sessuali delle persone. O minacciando di farlo. Ma come? Pensate a Grindr, l’app per gli incontri gay di proprietà della cinese Kunlun Media di cui il governo americano ha imposto la cessione perché i suoi database sono pieni di informazioni su nomi, indirizzi, posizione geografica, preferenze sessuali, stato di salute dei membri...