Regge l’asse tra Pd e M5S sulle vicepresidenze delle Camere. A Montecitorio ieri sono stati eletti la dem Anna Ascani e il cinque stelle Sergio Costa, ex ministro dell’Ambiente del Conte 1. In quota maggioranza torna Fabio Rampelli di Fdi e arriva il berlusconiano Giorgio Mulè.

In Senato lo schema si è ripetuto: in quota opposizioni sono state elette Anna Rossomando (Pd, una riconferma) e la ex capogruppo del M5S Mariolina Castellone. In quota destre torna l’eterno Maurizio Gasparri e, sorpresa, arriva il leghista Gian Marco Centinaio, che fino a poche ore prima era dato in pole position per un ministero, Agricoltura o Turismo. Ma in casa Lega si è deciso che proprio Centinaio (fedelissimo di Salvini)dovesse occupare la storica postazione di Roberto Calderoli in Senato, visto che quest’ultimo andrà certamente al governo a occuparsi di autonomia differenziata.

Nonostante i rapporti tra Letta e Conte siano sempre tesissimi, l’accordo tra i due partiti ha retto anche sulla nomina dei questori, figure poco note che tuttavia nelle Camere hanno un ruolo centrale su temi come i soldi e le pensioni degli onorevoli. In Senato è toccato a Marco Meloni, braccio destro di Letta, eletto anche con i voti dei grillini, mentre alla Camera i giallorossi hanno votato Filippo Scerra del M5S. In quota centrodestra, a Montecitorio sono stati eletti questori Paolo Trancassini di Fdi e Manuel Benvenuto della Lega. A palazzo Madama confermato lo storico questore Antonio De Poli (Udc-Noi Moderati), e Gaetano Nastri di Fdi.

Il gruppo di Calenda e Renzi, come ampiamente annunciato, non ha partecipato alle votazioni per protesta: «Pd e M5S hanno fatto un accordo tra di loro per votarsi i loro candidati. Non è particolarmente rilevante il fatto di non avere una vicepresidenza, ma che non si dia rappresentanza a un’opposizione che ha preso alle elezioni quasi l’8%», ha attaccato Calenda. «Ma è ancora più rilevante che c’è un accordo politico e il Pd ha scelto da che parte stare, ha scelto l’alleanza con M5S». Renzi gli dà manforte: «Pd e M5s ormai sono una coppia di fatto. Hanno violato una regola del Parlamento che vuole che tutte le opposizioni siano rappresentate».

In realtà, in Parlamento circola insistente l’idea che dietro le proteste per l’esclusione ci sia una precisa strategia: Renzi cercherà di piazzare Maria Elena Boschi alla guida della commissione di Vigilanza Rai, quando sarà composta tra qualche settimana. Un ruolo che pesa politicamente molto più di una vicepresidenza. Potrebbe riuscirci con i voti del centrodestra, uno scambio di cortesie dopo il sostegno di Italia Viva all’elezione di La Russa (sempre smentito da Renzi).

In casa dem sono convinti che il tentativo renziano di ottenere la guida del Copasir (organismo di controllo sui servizi segreti) sia invece destinato a fallire. Quella poltrona, la più importante in quota opposizioni, dovrebbe restare in casa Pd, con Lorenzo Guerini o Enrico Borghi. Il piano dei centristi è svelato da Matteo Richetti, capogruppo alla Camera di Azione-Iv: «A questo punto auspichiamo che vi sia la disponibilità a considerare che almeno una delle due commissioni di garanzia, Vigilanza o Copasir, vada al Terzo polo».

Durante le votazioni di ieri, che hanno riguardato anche gli 8 segretari d’aula per ogni camera, il centrodestra ha fatto il pieno. Il patto implicito che prevede quattro segretari alla maggioranza e 4 alle opposizioni è stato rotto. E così a Montecitorio sono stati eletti 3 di Fdi. 1 della Lega e uno di Fi; più 2 del M5s e 1 solo del Pd. In Senato stesso schema: 3 eletti per il partito di Meloni, 2 di Salvini, 2 del M5S e solo 1 del Pd.

Per i dem sono saltate le nomine di Stefano Vaccari alla Camera e di Daniele Manca in Senato. «Fdi è stata vorace e ha fatto un’operazione a tavolino», commentano fonti del Pd. Nessuno screzio con M5S: «Hanno rispettato i patti».

Quanto al terzo polo, il regolamento già prevede che alla Camera tutti i gruppi siano rappresentati nell’ufficio di presidenza, dunque a Calenda e Renzi toccherà un segretario d’aruola. A palazzo Madama La Russa si è detto disponibile a fare altrettanto.