«Lo Stato se ne frega dei 32 morti e se ne frega di avere la verità». Daniela Rombi ha perso una figlia nella strage ferroviaria di Viareggio e davvero non capisce perché la presidenza del consiglio dei ministri e i ministeri dell’ambiente e degli interni non intendano costituirsi parte civile nel processo che si è appena aperto al Polo fieristico di Lucca. L’avvocato Gianni Cortigiani, legale dell’Avvocatura dello Stato, spiega che c’è una transazione con le assicurazioni del gruppo Fs e della multinazionale Gatx, per un risarcimento «sostanzioso». Informalmente si parla di alcune decine di milioni, e nel pomeriggio un comunicato di palazzo Chigi rende noto che l’accordo «assicura in via stragiudiziale il pieno risarcimento dei pregiudizi sofferti».
Di fronte al valore simbolico della mancata costituzione di parte civile, il procuratore Aldo Cicala osserva: «C’è una valenza simbolica, certo. Ma d’altra parte se lo Stato rinunciasse alla somma che gli è stata offerta perderebbe qualcosa: è una valutazione che spetta allo Stato». Quanto alle valutazioni del suo ufficio, il procuratore ricorda che l’obiettivo del processo è quello di far emergere la verità. Al tempo stesso ammonisce: «È bene che le organizzazioni internazionali stabiliscano regole ferree per la sicurezza, specie per la circolazione delle merci pericolose, e che siano regole uniformi».
La sostanza dell’osservazione è racchiusa nell’atto di accusa. La procura contesta a Fs di non aver valutato i rischi legati al passaggio nei centri abitati di treni carichi di sostanze pericolose, di non averne limitato la velocità e di non aver eretto barriere fra i binari e le abitazioni. Poi di non aver dotato i convogli di dispositivi bloccanti in caso di deragliamento, e di non aver valutato la pericolosità di ostacoli lungo le linee, come i picchetti di regolazione delle curve. All’udienza tecnica erano presenti solo i quattro imputati della Cima Riparazioni di Mantova. Gli altri 29, amministratori, dirigenti, funzionari e tecnici della Gatx, proprietaria dei carri merci deragliati, delle Fs e delle sue società (Rfi, Trenitalia, Fs Logistica) e dell’impresa di manutenzione Officine Jungenthal di Hannover, non c’erano.