Di lotta, di sogni, di vita. Una storia comune del ’68 (4Punte edizioni, pp. 160, euro 13) è il titolo del romanzo di Tonino De Francesco che ripercorre un tempo cruciale attraversato dal nostro paese fra il 1968 fino a tutti gli anni Settanta. Il filo conduttore è Paco, giovane motivato da passione politica che condivide con gli amici del «gruppo del terrazzo» e, per certi periodi, con quelle che diverranno le figure femminili al centro della sua vita: Roberta, Chiara, Rita.

TROVIAMO RACCONTATE in questa storia le passioni, le accese discussioni politiche nel fumo delle sigarette Alfa tra giovani protagonisti di una stagione storica e sociale irripetibile. Tutti intenti a mordere la vita con ardore, assaporandola pezzo a pezzo tra la tenerezza di un abbraccio e l’urto delle cariche dei celerini.
Ma il 1968 italiano inizia ben prima: già da alcuni anni, infatti, la società italiana è alle prese con un fermento che può essere inteso come una fase di modernizzazione culturale e passa attraverso un importante processo di cambiamento: l’impegno politico cresce fra i giovani che vogliono dire la loro, e con esso le lotte sociali e la solidarietà verso le frange più deboli.
Paco e Roberta vivono le manifestazioni del ’68 in prima persona, sono a Valle Giulia, quando «gli studenti reagirono senza scappare, e fu l’inferno. Il fumo dei mezzi della polizia dati alle fiamme restituiva immediatamente l’idea della durezza dello scontro che si stava consumando e del suo salto di qualità».
La prospettiva della lotta finirà per far prendere, ai due, strade diverse: Roberta non condivide la trasformazione dei movimenti di protesta sempre più tesi allo scontro diretto e decide di trasferire l’impegno su un altro piano: quello dell’architettura sociale, creatrice di equità e bellezza. Paco resta invece nell’ottica dell’impegno politico fatto di discussioni aperte, confronti, polvere e strade destinate a divenire ancora teatro di scontro con i guardiani dell’ordine borghese.

I DUE LOTTERANNO in modo diverso ma non si perderanno. Il movimento degli studenti apre la strada a una lunga e intensa stagione di lotte operaie. Siamo negli anni Settanta, avviene un processo di radicalizzazione dell’attivismo politico; nascono le Br, Paco incontra Chiara e insieme compiono un viaggio all’interno di questa nuova dimensione, con un maggior coinvolgimento di lei, che per un po’ uscirà di scena e troverà la sua strada nella professione forense.
Arriva il 1978 e con esso il rapimento e successiva uccisione di Aldo Moro. L’attacco al cuore dello Stato, lo sconcerto, i pensieri che corrono a mille e poi si fermano come in un vicolo cieco. Il dubbio, il pensiero che va a quel ’68 fatto di asprezze e dolcezze e che interroga sé stesso sugli obiettivi di tanta lotta, di quel che ne è stato. Paco lavora, conserva i segni di una vecchia manganellata piovutagli in fronte, ritroverà Roberta e Chiara grazie a Rita che lo aiuterà a ricomporre alcuni pezzi importanti della sua vita e a dire alle due donne parole un tempo taciute, rimaste dentro a dargli un senso di incompiutezza.
Di lotta, di sogni, di vita è anche la storia di una ricerca interiore, del tentativo di comprendere il senso di un vissuto, una ricerca di sé stessi. Nel caso di Paco è il tentativo di trovare i punti di raccordo tra le diverse fasi della sua esistenza vissuta tra passione politica e turbamento dei sensi.
Il tutto in un viaggio lungo un soffio, così sono passati quei decenni lasciandoci dei segni pieni di tempo, molti dei quali sono ancora da decifrare.