In arrivo nuove norme sui profughi in Germania. Il via libera «politico» è giunto dal vertice fra la cancelliera Angela Merkel e i governatori dei 16 Länder che si è concluso nella notte fra giovedì e venerdì: un passaggio necessario, perché la nuova legge deve essere votata anche dal Bundesrat, la camera delle regioni, dove la grosse Koalition fra democristiani (Cdu/Csu) e socialdemocratici (Spd) non ha la maggioranza. Se non ci saranno intoppi sul percorso, entro inizio novembre il «pacchetto-profughi» dovrebbe entrare in vigore.
L’intesa prevede un nuovo modello di finanziamento per la gestione dell’emergenza, in grado di portare più soldi da Berlino nelle casse dei singoli Länder: un miliardo in più rispetto ai 6 già previsti quest’anno, e dal 2016 uno stanziamento di 670 euro mensili per ciascun richiedente asilo presente in ogni regione, oltre a 350 milioni specificamente destinati ai minori non accompagnati. In funzione anche un nuovo sistema di ripartizione dei profughi all’interno del Paese, in modo da evitare che il peso dell’accoglienza ricada solo su alcuni territori.
L’altra faccia della medaglia sono le regole più dure. Non potranno più ottenere asilo le persone provenienti da Albania, Kosovo e Montenegro, che verranno dichiarati «Paesi sicuri». I profughi, poi, dovranno restare fino a 6 mesi nei centri di raccolta, e cioè il tempo necessario a che le loro richieste d’asilo vengano esaminate: nel caso di non accoglimento, diventerà quindi molto più facile espellerli. E, infine, la diaria ai profughi sarà limitata e sostituita, quando possibile, con beni e servizi.
L’accordo soddisfa soprattutto Cdu e socialdemocratici, mentre è ritenuto ancora troppo sbilanciato a favore dei profughi dai bavaresi della Csu, che avrebbero voluto mantenere i richiedenti asilo al di fuori del sistema sanitario nazionale. I Verdi sono divisi: i componenti dei governi regionali sono propensi a votare «sì» nel Bundesrat, mentre nelle file dei deputati si registrano voci più critiche. Bodo Ramelow, esponente della Linke e governatore della Turingia, vede nell’intesa «luci e ombre», ma non è ancora chiaro come voterà.
La vicenda profughi rischia però di dividere anche la Cdu. Dopo gli attacchi degli alleati della Csu, critiche alla cancelliera per la gestione dei richiedenti asilo sono arrivate anche dal suo ministro degli Interni Thomas de Maiziere che ha parlato di «sitazione fuori contrllo dopo la decisione di aprire le frontiere».