Un altro addio al governo, un altro centrista che sente la nostalgia della vecchia casa berlusconiana. Dopo il ministro degli affari regionali Enrico Costa, è il sottosegretario al lavoro e senatore Massimo Cassano, anche lui di Ap, a mollare Paolo Gentiloni e Angelino Alfano. Fino a ieri era anche il coordinatore regionale di Alternativa popolare in Puglia, dove, alle elezioni del 2010, fu il più votato. Non a caso viene subito accolto a braccia aperte dal capogruppo di Forza Italia a palazzo Madama, Paolo Romani, che esprime «grande favore e sentito apprezzamento» per «il ritorno di un politico dell’esperienza e del valore di Massimo Cassano tra le file di Forza Italia e del gruppo parlamentare che rappresento».

Ma le porte azzurre non sono aperte a tutti. Lo chiarisce Silvio Berlusconi, ospite ieri sera di In Onda su La 7: Fi «non accoglierà nessuno di coloro che l’hanno lasciata tradendo gli elettori e sono addirittura andati a sostenere un governo di sinistra». Ma «se rientrano nel centrodestra fondando un loro movimento, bene». Insomma, potranno orbitare intorno a Fi in un apposito contenitore. La disposizione alle prossime elezioni ovviamente dipenderà dalla legge con cui si voterà. Per il momento l’ex Cav assicura che «il Nazareno è morto da molto tempo» e che «se c’è qualcuno convinto della necessità per il centrodestra di stare unito, quello sono io». I sondaggi del resto sono molti incoraggianti.
Molto meno incoraggiante, per il governo, questo smottamento che proseguirà nelle prossime settimane. Gentiloni non commenta l’addio del sottosegretario. Ma la tenuta della maggioranza è ogni giorno più a rischio e le sorti del governo dipendono ormai da Silvio Berlusconi.

Il presidente Mattarella, preoccupato per il cammino della prossima legge di bilancio attesa al varco anche da Mdp, osserva con preoccupazione crescente. Una preoccupazione che nelle prossime occasioni pubbliche (il 26 si terrà la cerimonia del Ventaglio) si potrebbe tradurre in un invito alle forze politiche a non mettere a rischio i conti pubblici.