Primi passi fattivi verso l’uscita dei Benetton da Autostrade, ma il conto per la buona uscita sale.
Dopo giorni di indiscrezioni su un accordo tra Atlantia e Cassa depositi e prestiti sull’operazione di sostituzione dei Benetton, ieri il consiglio di amministrazione di Atlantia ha deliberato di procedere alla costituzione della società destinata a ricevere il cosiddetto «compendio scisso», che includerà sino all’88% del capitale di Autostrade per l’Italia – l’intera quota ancora detenuta da Atlantia – e che sarà denominata «Autostrade Concessioni e Costruzioni Spa». Come spiega la nota di Atlantia, «la costituzione della società è funzionale al progetto di scissione parziale e proporzionale e successiva quotazione in Borsa. La struttura dell’operazione e il progetto di scissione saranno sottoposti ad approvazione di un successivo Consiglio di Amministrazione di Atlantia».
Le ipotesi in campo infatti sono ancora due: la scissione da Aspi o la vendita diretta dell’intera quota dell’88% detenuta da Atlantia in Autostrade per l’Italia – con l’acquisto di Cassa depositi e prestiti assieme ad altri soci minoritari.
Lo schema concordato fra Atlantia e Cdp è che dopo lo scorporo del 70% di Aspi ci sia un aumento di capitale iniziale di 6 miliardi. Operazione farebbe entrare nell’azionariato Cdp, e permetterebbe di acquisire l’eventuale rimanenza dell’azionariato Aspi posseduta da Atlantia. Edizione, la holding della famiglia Benetton che controlla il 30% di Atlantia, da questa operazione potrebbe quindi incassare quasi due miliardi dalla vendita indiretta della partecipazione di Aspi, il cui valore in questi giorni è stato valutato in 11 miliardi di euro.
L’aumento di capitale – in gran parte da Cdp e dunque pubblico – permetterebbe di colmare anche il debito di Autostrade – ora di circa 4 miliardi. L’operazione consentirebbe ai soci minoritari di Atlantia – i tedeschi di Allianz e ai cinesi di Silk Road che insieme hanno ora l’11% – di mantenere le loro quote.
La mossa dello scorporo a due tempi e con due possibilità comunque non pare essere piaciuta ai mercati: Atlantia ha chiuso in Borsa – dopo una giornata di grosse fluttuazioni – con un calo del 6,1%, peggiore performance di giornata a Milano.
Nei giorni più cruenti di trattative fra governo Conte e Atlantia – con la minaccia di revoca delle concessioni autostradali – il valore di Autostrade per l’Italia veniva stimato in 7 miliardi. Ora è salito a 11 e proporzionalmente i Benetton incasseranno più soldi.
Molto critico su questa valutazione è il deputato di Leu: «Sono molto preoccupato, il 14 luglio il governo ha coraggiosamente deciso di riportare sotto il controllo dello Stato la gestione di un monopolio naturale come le autostrade, al fine di garantire l’interesse generale mortificato per 20 anni. Ma Dora dobbiamo evitare che, dopo le rendite miliardarie accumulate negli scorsi due decenni, anche l’uscita sia, per Benetton e soci, un ulteriore mega regalo a spese dei contribuenti. Il piano industriale – continua Fassina – a base del prezzo di Aspi non può essere imperniato sulla remunerazione del capitale investito richiesta da Atlantia. Attenzione – conclude Fassina – qui come sulla rete unica in fibra, è in gioco la credibilità del governo e della maggioranza».
Da parte sua il ministrsto dell’Economia Roberto Gualtieri è diplomatico. Parla di necessaria «riservatezza» in commissione bicamerale di controllo su Cdp. Un progetto «per essere commentato deve essere concluso. Lo sta facendo Cdp con la piena fiducia da parte del governo e in piena autonomia. Seguo con grande attenzione e il dovuto rispetto per l’autonomia di Cdp e di tutti autori in campo. Sono moderatamente fiducioso per una soluzione positiva ma questo dipende dal negoziato in corso. Il governo sta agendo in modo attento e serio nel rispetto dell’interesse pubblico», promette Gualtieri.
E di «complessità evidente» sul fronte della trattativa societaria ha parlato anche la ministra dei Trasporti Paola De Micheli, a margine della firma di un accordo con la Svizzera per l’allargamento della linea ferroviaria del Sempione. Ma «vanno avanti entrambi i negoziati, sia quello sulla concessione che quello che riguarda la società», ha specificato la titolare del Mit, aggiungendo che per quanto riguarda la concessione il Mit ieri «ha inviato la proposta di transazione ad Autostrade per l’Italia, come da lettera di impegni con la società».