Il Consiglio Ue di ieri ha avuto un pensiero anche per la Repubblica democratica del Congo, dopo la strage di manifestanti che il 19 e 20 settembre scorsi erano scesi in piazza per protestare contro la minaccia di «golpe istituzionale» da parte del presidente Joseph Kabila. Polizia ed esercito provocarono almeno 50 morti: un «uso sproporzionato della forza», secondo il Consiglio Ue, che configura «gravi violazioni dei diritti umani». Per sette “pezzi grossi” delle forze di sicurezza congolesi quindi scattano subito le restrizioni alla libertà di viaggiare e il congelamento dei beni. Tra loro il capo della potente guardia presidenziale...