Senza tanti complimenti, continua il «duello» a distanza di sicurezza fra la chiesa e la Lega. Oggetto naturale del contendere sono i migranti, tanto più dopo le recenti e inequivocabili parole di papa Francesco («È un atto di guerra respingerli»).
Il segretario generale della Conferenza episcopale italiana dai microfoni della Radio Vaticana ha scandito forte e chiaro il messaggio destinato implicitamente al Carroccio. Monsignor Nunzio Galantino, evitando accuratamente di nominare Matteo Salvini, ha parlato di «politici piazzisti da quattro soldi che pur di raccattare voti, dicono cose straordinariamente insulse».
A chi invoca il pugno di ferro (e le ruspe) nei confronti di rifugiati e clandestini ha obiettato: «Noi come italiani dovremmo un poco di più imparare a distinguere il percepire dal reale. Cosa intendo dire? Sentiamo dire e sentiamo parlare di “insopportabilità” del numero di richiedenti asilo: guardate, secondo me è un atteggiamento che viene in questi giorni purtroppo alimentato da questi quattro piazzisti da quattro soldi». E ha aggiunto: «Capisco, lo so che l’accoglienza è faticosa; che è difficile aprire le proprie case, aprire il proprio cuore, aprire le proprie realtà all’accoglienza». Monsignor Galantino ha fatto un esplicito richiamo: «La Giordania ha una popolazione che è di circa 6 milioni, ma sapete che lì ci sono due milioni e mezzo di profughi che vengono accolti? Allora penso che quello che distingue la Giordania, il Kurdistan iracheno e le altre zone che stanno accogliendo i profughi in questo momento dall’Italia è questo: non perché loro hanno più mezzi, probabilmente hanno solo un cuore un poco più grande».
Tempo di leggere le agenzie e Salvini replica a testa bassa, con tanto di confronto fra prelati. «Chi difende questa invasione clandestina, che sta rovinando l’Italia, o non capisce o ci guadagna. Non si tratta di essere cattolici o no, si tratta di buonsenso. Sono felice del sostegno che arriva, a me e alla Lega, da tante donne e uomini di chiesa senza le fette di salame sugli occhi e le tasche piene!» sbotta il leader della Lega Nord.
Salvini non si ferma: «La non è una polemica con la chiesa, ma con qualcuno che straparla a nome della chiesa. Ricordo monsignor Maggiolini, altro che Galantino: valeva dieci monsignor Galantino. Diceva, anni fa, che era in corso una invasione. Ma ora c’è qualcuno che fa politica a nome della chiesa». Il riferimento di Salvini è a Bruno Maggiolini, morto nel 2008, che è stato vescovo di Como.
E restando sul fronte dell’immigrazione, si registra una «diserzione» anche nel mondo del M5S. Il professor Paolo Becchi, considerato l’ideologo alter ego di Gianroberto Casaleggio, ha utilizzato twitter per bocciare l’ultima presa di posizione di Grillo in materia. «Restrizioni su permessi di soggiorno e per motivi umanitari, rimpatrio forzato, sistemi invasivi di sorveglianza. Borghezio? No Beppe Grillo». Un modo per rendere pubbliche le critiche nei confronti del leader maximo del M5S e del suo guru della comunicazione.
Infine da Brescia arriva notizia di un altro duello. La questura locale parla di «rischio concreto» che si proceda d’ufficio nei confronti di una decina di sindaci per abuso di potere, falso ideologico e altri reati. Sono i sindaci che hanno certificato di non avere strutture in grado di accoglire profughi, mentre i successivi controlli hanno verificato il contrario.