Sono scesi dalla gru mercoledì in tarda serata: Massimo Olivieri e Mimmo Mignano si erano posizionati domenica notte sul braccio mobile, a oltre 30 metri d’altezza, sul cantiere della metro di piazza Municipio, a Napoli. Mimmo è un sindacalista del Si cobas e l’esperienza l’aveva già fatta quando lottava contro il suo licenziamento dalla Fiat. E’ tornato sulla gru per non lasciare solo Massimo che, dopo 28 anni a smistare componenti per l’Ansaldo di via Argine, non ha accettato di venire licenziato, insieme ad altri tre colleghi, gli unici a rimanere fuori dai piani di ristrutturazione. Sono scesi perché la prefettura di Napoli, mercoledì sera, ha sottoscritto un impegno a trovare una soluzione anche per loro.

Dopo tre giorni Massimo stava male: le ultime 24 ore passate senza bere né mangiare per protesta, la pelle spaccata dal sole, la schiena segnata dalla griglia, appuntita dall’antiscivolo, su cui si stendevano per dormire. Massimo però non voleva scendere senza aver ottenuto un impegno formale. Per portarli giù sono intervenuti i pompieri.

I quattro lavoravano per Fata Logistic System (gruppo Finmeccanica) che, nel 2010, li ha esternalizzati: da allora hanno continuato a smistare i componenti per Ansaldo ma con in tasca il contratto dell’agenzia interinale Quanta. Poi Finmeccanica vende Ansaldo ai giapponesi di Hitachi e cambia nome in Leonardo. A marzo 48 operai ex Fata vengono convocati in Confindustria: per 30 di loro sono previsti sei mesi come somministrati Quanta in Hitachi per essere poi assorbiti in azienda; 14 vanno da subito in Leonardo, nel sito ex Alenia di Pomigliano d’Arco. Solo per quattro operai non c’è destinazione, disoccupati dal prossimo settembre.

Sono lavoratori con storie familiari complicate (Aniello ha una figlia di pochi mesi ricoverata a Genova per un tumore, Vincenzo ha una figlia disabile) che hanno deciso di lottare: 20 giorni incatenati ai cancelli dell’azienda; 72 ore a osservare dall’alto della gru piazza Municipio, mentre il tavolo di trattative convocato martedì scorso finiva con un nulla di fatto.

Il confronto dovrebbe ripartire, è l’impegno del viceprefetto Biagio Del Prete, coinvolgendo Leonardo e Hitachi, che fino a ieri si erano sfilati, per una soluzione equiparabile a quella trovata per i loro ex colleghi. Quanta ha comunicato al Si cobas che per i quattro da settembre potrà partire un periodo di formazione di 164 ore a Napoli e non a Porto Marghera, come era stato comunicato a maggio, quando era stata proposta una conciliazione senza alcuna stabilizzazione finale. «Dieci anni di lotte mi hanno insegnato che per difendere il lavoro bisogna essere disposti a mettere in gioco anche il proprio corpo» ha commentato Mignano. Il presidio ai cancelli andrà avanti, sono previsti un’assemblea pubblica e un concerto a settembre. «C’erano oltre 50 gradi – racconta Massimo -, stavo male ma non volevo scendereNon smetteremo di lottare fino a che non saremo tutti a lavoro»