Fin dalle prime poesie che Pier Paolo Pasolini gli pubblicò nel 1968 su «Nuovi Argomenti» Tommaso Di Francesco si è voluto poeta ermetico. Anche i versi recitati nel caveau di via Ripetta, tra i giovani destinati a far rinascere la scuola romana di poesia, quella iniziata con Corazzini in via dei Sediari, accanto a piazza Navona, erano di stampo ermetico. Ma, a ben vedere, il suo era e rimane un ermetismo, istintivo, di vita. Come in Trobar, prefato da Roversi e in Cliniche, che aveva l’introduzione di Franco Fortini, anche in questo ultimo poema A contendere con la sottodicitura «quartine...