Ventimiglia, il sindaco si autosospende: «Lasciati soli da Pd e governo»
Nuovo accampamento informale di migranti a Ventimiglia in direzione Francia «Non siamo fan di Hofer, l’opposto», dice il primo cittadino, «è che non voglio fare sgomberi forzati»
Nuovo accampamento informale di migranti a Ventimiglia in direzione Francia «Non siamo fan di Hofer, l’opposto», dice il primo cittadino, «è che non voglio fare sgomberi forzati»
Il sindaco di Ventimiglia – Enrico Ioculano, classe 1985, eletto due anni fa – insieme a undici consiglieri comunali e all’intero direttivo del locale circolo del Pd – in queste ore impegnatissimo nella campagna referendaria con tanto di fake di Enrico Berlinguer sulla pagina Facebook – si sono autosospesi ieri dal partito democratico come forma di protesta «contro la mancata posizione a livello politico da parte degli organi centrali e regionali del Pd e del governo, per risolvere la questione migranti a Ventimiglia».
Sostengono di essere stati lasciati soli a gestire una nuova ondata di migranti in direzione della frontiera francese che si accampano sul greto del fiume Roja, dove è sorta negli ultimi giorni una tendopoli con un paio di centinaia di persone, tra cui molte famiglie con bambini, di cui per il momento si occupa, almeno per l’erogazione di pasti e medicine, l’associazione No Borders e la Caritas diocesana. Il gesto del sindaco e degli altri esponenti del Pd locale è stato subito salutato con dichiarazioni di plauso e strizzate d’occhio politiche da esponenti del centrodestra, da Maurizio Gasparri a Roberto Calderoli.
Sindaco, allora volete anche voi cacciare gli stranieri come i leghisti e la destra? È così?
Scherziamo? Mica siamo Hofer (intende il il leader del partito xenofobo e ultranazionalista Fpo che ha sfiorato la presidenza nelle recenti elezioni in Austria ndr). La nostra autosospensione dal partito è per un motivo diametralmente opposto.
Cioè?
Un anno fa abbiamo vissuto una situazione emergenziale. Quest’anno, lo scorso 7 maggio, è arrivato a Ventimiglia il ministro dell’Interno Angelino Alfano e ci ha annunciato che era stato attivato un nuovo dispositivo che, può piacere o non piacere, avrebbe evitato il ripetersi di quella emergenza.
Quale dispositivo, gli hotspot?
In pratica il flusso degli immigrati sarebbe stato controllato e incanalato a monte, sarebbero stati identificati e quindi trasferiti negli appositi centri, i Cara e gli altri. Quindi se n’è andato. Per tre o quattro giorni non abbiamo notato nulla, tutto regolare. Poi sono cominciati ad arrivare a piccoli gruppi di quattro o cinque e hanno iniziato ad accamparsi sul fiume. Oggi sono almeno 120-130 con donne e bambini, in condizioni igieniche non tollerabili, senza bagni né docce, niente.
Scusi, ma un centinaio di persone per una città di 25mila abitanti secondo lei è un’emergenza? Non si può trovare un posto più dignitoso?
Le presenze oscillano, dipende dai giorni, oggi la Caritas mi ha detto di aver distribuito 270 pasti, ma anche fossero solo 70, devo lasciarli lì così? Prima o poi sarò io a dover intervenire, chi deve firmare l’ordine di sgombero sono io, non mi si lascia scelta e invece io ho problemi di coscienza. E poi se dopo lo sgombero loro spostano le tende di venti metri cosa faccio, un altro sgombero? E si va avanti così al gioco del gatto e del topo per quanto tempo?. Diverso sarebbe stato se prima di adesso mi fosse stata data un’altra possibilità, per un trasferimento semplice, attrezzato. Invece mi è stato detto che era tutto a posto, tutto sotto controllo. Non condivido questa gestione, che non funziona e lo si vede dai risultati. Bisogna aprire una struttura di accoglienza, questo è chiaro.
Un nuovo ghetto legale? Non potevate fare domanda per i progetti Sprar?
Ma noi ci siamo attivati per entrare nel circuito Sprar, insieme a altri 16 comuni del comprensorio. La procedura non è semplice né rapida ma è esattamente quanto vorremmo fare: piccoli nuclei da gestire con progetti di inclusione territoriale. Però questa è la gestione di un flusso ordinario, mentre invece risiamo all’emergenza. Se Alfano mi dice che l’emergenza è passata io mi concentro sulla gestione ordinaria. Se non aspetti nessuno a cena e poi vengono un sacco di invitati, resti spiazzato, no? A Ventimiglia l’estate scorsa abbiamo avuto 13 mila passaggi, 3.500 respingimenti. È normale avere 50 persone sugli scogli? Non lo è. E 120 attendati sul greto del fiume? Arrivano perché sperano di poter passare in Francia, cosa praticamente impossibile, ma non hanno avuto informazioni, e poi restano bloccati qui e si fermano. Non è normale, però.
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