«Non si tratta di decidere tra Totò e Peppino ma di discutere del perimetro della coalizione, dei programmi, di perseguire una cultura di governo alternativa al caldorismo e al renzismo». Nichi Vendola, a Napoli per la conferenza programmatica campana di Sel in vista di quella nazionale di Milano, è categorico: per fare un percorso comune con il Pd alle elezioni campane il primo punto è fermare le primarie, che vedono in campo il sindaco di Salerno Vincenzo De Luca e l’ex delfino di Antonio Bassolino, l’eurodeputato Andrea Cozzolino.

Del resto neppure il Pd vuole le primarie e oggi alla direzione nazionale di Roma potrebbe essere annunciata la via d’uscita, cioè un nome unitario che annulli l’appuntamento dell’11 gennaio. Anche il nodo alleanze sembra essersi risolto, visto che Ncd e Udc, almeno in Campania, sembrano andare verso Forza Italia.

Resta ancora un nodo da sciogliere. «Con De Magistris vogliamo costruire un’aggregazione di coloro che pensano che il centrosinistra non debba rassomigliare al centrodestra. Renzi è molto più in sintonia con il forzista Caldoro, a cui il Pd non ha mai fatto vera opposizione. Hanno fatto invece un’opposizione urlata al sindaco di Napoli. Vogliamo discutere con il Pd ma non fare un’alleanza a tutti i costi».

Gli ultimi provvedimenti dell’esecutivo (Sblocca Italia, Job Act, manovra di bilancio) secondo Sel e de Magistris sono in linea con le politiche dei governi di centrodestra e di Monti, l’accordo passerebbe quindi per la costruzione di un programma che Vendola definisce antirenziano: «Il Renzi degli inizi, che lavorava per liberare un partito di stampo quasi brezneviano era apprezzabile, quello di adesso che governa sullo sfruttamento degli idrocarburi, le trivelle, il gangsterismo edilizio e 10miliardi di tagli agli enti locali, che significa taglio di trasporti, sanità e welfare, non possiamo condividerlo. Alleanza solo se ci sono le condizioni, non è un destino».
La distanza, che fino all’anno scorso era enorme, tra Vendola e De Magistris si è azzerata in nome dell’opposizione al premier.

All’ingresso in giunta di Sel si lavora a livello locale, mentre al sindaco napoletano l’alleanza con Sel apre le porte della politica nazionale. Napoli come «laboratorio della sinistra alternativa al pensiero unico».

Pippo Civati può essere un pezzo di questo percorso? «Non entro nelle vicende degli altri partiti – ha spiegato Vendola – ma se il Pd fugge dalla sinistra allora è inevitabile che la sinistra fugga da Renzi».