Walter Veltroni nuovo presidente della Lega calcio. Per una stagione di cambiamenti, necessari, ritardati, dovuti del pallone in Italia. Per provare a recuperare terreno a Inghilterra, Spagna, Germania, realtà che hanno inteso in anticipo l’evoluzione del sistema, tra stadi di proprietà e vendita di diritti televisivi. L’indiscrezione annunciata da Repubblica – ieri era in corso una riunione delle squadre che hanno tirato fuori dal cassetto il nome dell’ex segretario del partito democratico – è una mossa di 13 club di Serie A per la designazione dell’erede del poco rimpianto Maurizio Beretta.

In pratica, tutte tranne le big (Juventus, Napoli, Roma, Inter, Lazio, Milan, Fiorentina), rimaste spiazzate ma con alcuni distinguo: Roma e Inter non sarebbero infatti contrarie all’ex sindaco di Roma. Per il raggiungimento del quorum servirebbe solo un altro voto a favore. E non si metterebbe di traverso alla nuova vita di Veltroni neppure il ministro dello sport Luca Lotti.

Certo, in attesa della conferma, del parere positivo di Veltroni lo schema che porterebbe alla definizione del nuovo presidente di Lega è chiaro, più del passato: un nome forte, con autorevolezza istituzionale, che non possa essere tirato per la giacca dai club con fatturato a più zeri e qualche coppa in bacheca. Una figura che conta, pesa, decide. Magari – così scriveva ieri Repubblica – affiancato da un manager esperto nella vendita dei diritti televisivi, per ricavare più fondi – specie per la cessione degli stessi diritti all’estero – puntando sulla valorizzazione del brand calcio italiano, al momento in quarta posizione in Europa, dietro a Premier League, Bundesliga e Liga. «È vero, sono stato contattato e abbiamo parlato di questa possibilità, ma non ho dato ancora nessuna disponibilità. Mi sono preso dei giorni per riflettere bene prima di dare una risposta definitiva. Sono ormai otto anni che ho scelto di lavorare lontano dai riflettori, di dedicarmi alla scrittura, alla riflessione e avere la libertà di esprimermi sulle questioni civili di questo Paese – spiegava ieri lo stesso Veltroni -, devo riflettere bene per capire se ho voglia di cominciare una sfida affascinante, appassionante ma lontana dalla scelta di vita che ho fatto».

E aggiunge: «Nei prossimi giorni comunicherò a chi mi ha contattato per conto della Lega calcio la mia decisione». Di certo, la scelta di Veltroni nuovo capo della Lega potrebbe essere considerata come il primo passo verso un cambio di marcia per il calcio italiano che entro 30 giorni (entro il 4 marzo per l’esattezza) si gioca un’altra partita decisiva: il nuovo presidente della Federcalcio, con Carlo Tavecchio e Andrea Abodi (da pochi giorni rieletto a capo della Serie B) in corsa per la carica. Le due nomine in realtà sembrano collegate: in caso di mancato accordo sul presidente di Lega, potrebbe arrivare anche il suo commissariamento, occasione per ripartire da zero e trovare nuovi criteri per la ripartizione della torta dei diritti televisivi, la voce di bilancio che tiene in piedi il 90% delle società di Serie A.