Nei primi anni settanta, nel periodo in cui, con Mino Maccari, tra il serio e il faceto, compilando ‘L’Antipatico’, ci si divertiva a prendere in giro politici, scrittori e artisti, in un pomeriggio trascorso a via di Villa Emiliani, ai Parioli, nella casa che Maccari aveva comprato con la liquidazione de La Stampa di cui era stato caporedattore e dalla quale era stato licenziato, tra un discorso e l’altro, improvvisamente gli chiesi chi fosse, secondo lui, un incisore giovane da tener d’occhio. Maccari, senza esitazione, disse: Enrico Della Torre! e si allontanò dalla stanza in cui ci trovavamo. Lungo il...