Varoufakis lancia il piano Merkel
Grecia Il ministro delle finanze greco da Cernobbio propone un'alternativa al Quantitative easing di Draghi. La stampa tedesca lo attacca: è isolato, prossimo alle dimissioni. Da Atene la smentita
Grecia Il ministro delle finanze greco da Cernobbio propone un'alternativa al Quantitative easing di Draghi. La stampa tedesca lo attacca: è isolato, prossimo alle dimissioni. Da Atene la smentita
Il contesto è di quelli che contano: il Forum Ambrosetti di Cernobbio, sul Lago di Como. E il protagonista, l’uomo del momento: il ministro greco delle finanze Yanis Varoufakis, nemico pubblico numero uno per il governo tedesco e gran parte dell’establishment politico-economico europeo. Anche questa volta il vulcanico economista marxista ha conquistato la scena, lanciando di fronte alla selezionata platea di Villa d’Este una proposta destinata a fare discutere: un «piano Merkel» di investimenti pubblici per favorire davvero la crescita e farla finita con l’austerità.
Una sfida politica ai potenti di Berlino, Bruxelles e Francoforte per dimostrare che al governo greco le idee non mancano: non solo per migliorare le terribili condizioni di chi vive nel paese ellenico, ma per fare uscire dalla crisi tutta l’Unione europea.
In cosa consiste il piano immaginato da Varoufakis? Investimenti dei governi nazionali finanziati al 100% attraverso obbligazioni emesse dalla Banca europea degli investimenti (Bei), con la Banca centrale (Bce) pronta ad acquisire nel mercato secondario questi titoli. In sintesi, «una forma alternativa di quantitative easing (Qe)», dal momento che il ministro greco si mostra assai scettico sui benefici di quello che è in corso da lunedì per volere del governatore Mario Draghi.
Il Qe «si è rivelato piuttosto difficoltoso in economie solide e omogenee come Giappone, Usa e Gran Bretagna, ed è destinato, temo, a fare peggio nell’Eurozona che è frammentata, dove gli acquisti di asset sono proporzionali alle differenze o alle pressioni deflazioniste che colpiscono i singoli paesi. Per questo temo che il disallineamento della base monetaria minerà gli sforzi della Bce».
L’idea di Varoufakis assomiglia molto all’emissione di eurobond: una misura che prima delle elezioni europee veniva proposta anche dai socialisti, ma che ora sembra finita nel dimenticatoio. La cancelliera tedesca Angela Merkel l’ha sempre vista come fumo negli occhi, perché ritenuta una forma di «condivisione dei rischi» troppo pericolosa per le solide finanze di Berlino. Un altro enorme ostacolo per i disegni di Atene è ovviamente anche la Bundesbank, chiamata in causa ieri a Cernobbio dal ministro greco: «Si dice la Bce non accetterà mai la ristrutturazione del debito greco perché così è scritto nel suo statuto. Mi dispiace, ma quello statuto è stato scritto dalla Banca centrale tedesca. E se le regole non funzionano più, bisogna cambiarle», ha affermato in sostanza Varoufakis.
Le risposte da Berlino e Francoforte non tarderanno a giungere nei prossimi giorni, e c’è da attendersi che saranno di chiusura totale. E sarà interessante registrare se qualche capo di governo dei Ventotto, magari della famiglia socialista europea, uscirà dal letargo per dire la propria su una proposta che – in teoria – dovrebbe risultare gradita.
Nel frattempo, mentre Schäuble e compagnia preparano il prevedibile contrattacco, a scatenarsi è la stampa tedesca di orientamento conservatore. Sulle barricate c’è la Bild, il quotidiano più diffuso del paese, che ieri nell’edizione online dava praticamente per certa l’estromissione di Varoufakis dal governo ellenico. Un’opera di disinformacija degna della guerra fredda. Alla base di tali ricostruzioni fantasiose, l’assenza del ministro greco da una riunione governativa ieri ad Atene: per la Bild è la prova che l’economista marxista non conti più nulla e sia in procinto di essere licenziato dal premier Alexis Tsipras. Fonti governative greche consultate dal manifesto smentiscono tutto: «Ipotesi destituite di ogni fondamento». Non è la prima volta che il quotidiano scandalistico tedesco semina zizzania, e non sarà l’ultima. Ma non di sola Bild si tratta: la stessa bufala rimbalza anche sulla home page della Frankfurter Allgemeine Zeitung (Faz), che dovrebbe essere invece una testata seria. La più autorevole di Germania. Ma a prevalere sulla serietà, in questo caso, è l’avversione politica verso i pericolosi estremisti di sinistra che governano ad Atene, e tutti quelli che a loro vogliono ispirarsi nel resto del continente.
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