In una lettera da Arles al fratello Theo, il 5 maggio 1888, Vincent Van Gogh si dice convinto che «il pittore dell’avvenire è un colorista come non ce n’è stato ancora uno». Il successivo 11 agosto gli scrive: «mi servo del colore più arbitrariamente per esprimermi fortemente», e aggiunge: «vorrei fare il ritratto di un amico artista, che sogna i grandi sogni, che lavora come l’usignolo canta, perché è questa la sua natura. Quest’uomo dovrebbe essere biondo. E vorrei mettere nel quadro la stima e l’amore che ho per lui. Lo ritrarrei dunque così come è, più fedelmente possibile, per...