Il programma del Torino Film Festival (22-30 novembre) è stato presentato ieri sotto l’allarmante icona di Barbara Steele diva di Corman (Il pozzo e il pendolo) oltre che di Fellini, Margheriti, Fulci e Cronenberg, protagonista del manifesto di questa edizione, a cui è dedicata una personale e a cui sarà assegnato il Gran Premio Torino il 27 novembre. «Ha 83 anni, ricorda tutti i suoi film ed è felice dell’invito» comunica la direttrice del festival Emanuela Martini, che ha scelto per quest’anno di dedicare la tradizionale retrospettiva al cinema horror con 35 titoli, dal 1919 al 1969, i film Universal, le produzione Val Lewton, Corman e l’horror all’italiana con quei geni del basso costo che erano Bava e Freda. Una lunga storia da cui poi prenderà poi le mosse Romero. Il festival, nato trentasette anni fa come «Cinema Giovani» non ha perso la sua caratteristica poiché scorrendo i film selezionati troviamo classici da far scoprire alle nuove generazioni, film di giovani autori, nuove tecnologie, insieme a formule tradizionali inaspettatamente rivisitate.

FILM DI APERTURA Jojo Rabbit di Taika Waititi, satira del nazismo, interprete un ragazzino che ha Hitler come amico immaginario, film di chiusura Knives Out di Rian Johnson con Daniel Craig come detective di un giallo classico. Della sezione competitiva (con opere prime, seconde e terze) Emanuela Martini mette in evidenza la tendenza delle giovani generazioni che tornano a misurarsi con il genere e non solo con la prediletta fantascienza: «è un fatto positivo, commenta, perché evitano così il cinema metaforico, allusivo, d’autore». Infatti troviamo titoli provenienti da ogni parte del mondo che sfiorano il noir, la commedia, il B-movie politico, la detective story.

NELLA SEZIONE «Festa mobile» si è scelto di ritagliare uno spazio speciale per una regista che ha fatto scalpore alla Berlinale con l’ultimo dei suoi film, Dio è donna, il suo nome è Petunia, (in sala il 12 dicembre) la macedone Teona Strugar Mitevska: una personale con cinque suoi film faranno conoscere meglio questa personalità che affronta le problematiche della questione femminile e del mondo contemporaneo. Più che nel concorso in questa sezione sono in programma autori italiani: Maurizio Zaccaro di Nour in cui Sergio Castellitto interpreta Piero Bartolo, il medico di Lampedusa, Gianni Di Gregorio che torna con Lontano lontano, pensionati alla ricerca di un luogo dove sia possibile vivere, Ginevra Elkann con Magari, Chiara Malta con Simple Women con Jasmine Trinca, Alessandro Bignami (Colpiti al cuore) come il nostro cinema ha raccontato il terrorismo. Tenere d’occhio autori come Isabella Sandri Porumboiu (La Gomera), Alejandro Amenabar nella Spagna nel ’39 (Mientras dure la guerra).

UNA GIORNATA è dedicata a Mario Soldati con i suoi bellisismi film Malombra, La provinciale, la rarità Fuga in Francia, oltre che quella trasmissione cult che fu Viaggio nella valle del Po alla ricerca di cibi genuini. E Carlo Verdone nella veste di Guest Director nei primi tre giorni del festival presenterà i suoi film del cuore.
La selezione di Torino FF doc di Davide Oberto presenta film con il «paesaggio» come urgenza tutta contemporanea e a fare da sigillo al programma ci sarà Bifo in un incontro speciale a trovare strumenti utili a questi tempi apocalittici. Dalla sezione in cui il festival si mette più in gioco, «Onde» a cura di Massimo Causo, segnaliamo il cinema portoghese di Pedro Costa e Teresa Villaverde, le novità dal Brasile, un esordio argentino Romina Paula (De nuevo otra vez) e l’appuntamento con le nuove opere di Schirinzi, Terlizzi, Canecapovolto, Bruno Bigoni, Tonino De Bernardi, Mauro Santini, Salvo Cuccia.