Da oggi scatteranno 231 licenziamenti per 108 dipendenti a tempo indeterminato e 123 a tempo determinato dello storico marchio del turismo: Valtur. A rischio anche il lavoro di 1100-1200 stagionali. Questa estate sei resort non apriranno i battenti, mentre gli altri di proprietà del fondo di private equity Investindustrial guidato da Andrea Bonomi lavoreranno a ranghi ridotti. Una vicenda partita con grandi ambizioni, solo nel 2016, dopo anni di difficoltà e un periodo di amministrazione straordinaria nel 2011. Il progetto prevedeva il «consolidamento della leadership di Valtur in Italia nel segmento resort e il rafforzamento della presenza del marchio nel Mediterraneo».
Investindustrial siglò un accordo con Prelios per acquisire la proprietà di tre resort (Ostuni, Pila e Marilleva) e prese in gestione da Antirion sgr il Tanka Village nel sud della Sardegna. Investimento iniziale da oltre 100 milioni di euro. Le prime risposte furono incoraggianti. Oltre un milione di presenza, con un aumento del 13%. Il fatturato cresceva: 86 milioni di euro, più 7% . Ma è durato poco.

Nel novembre 2017 Cassa Depositi e Prestiti ha acquistato da Valtur la proprietà dei tre resort a Marina di Ostuni, Marilleva e Pila per circa 43,5 milioni di euro e 32,9 milioni, di investimenti 6,5 a carico della catena Valtur. A marzo di quest’anno Investindustrial ha aperto le procedure per un concordato preventivo liquidatorio. La decisione era stata criticata dai sindacati, anche perché non era stata presentato contestualmente un’ipotesi di rilancio industriale.

L’ultimo incontro al ministero dello sviluppo economico avvenuto il 18 aprile. Era emerso l’interesse di alcune realtà nel rilevare i villaggi Valtur e dare continuità all’azienda. Ma con un iter di liquidazione in atto, l’operazione si è rivelata complicata. Non ci sono margini di trattativa per un passaggio né sono attivabili percorsi di continuità. «Un percorso surreale. Abbiamo contestato la scelta della liquidazione sin dall’inizio – ha commentato Luca De Zolt della Filcams Cgil – la proprietà è inamovibile e non intende cambiare programma».

Poi si è entrati nel tunnel del post 4 marzo. Dopo tre mesi è arrivato il governo pentaleghista. Nel frattempo tutto si è bloccato. Il 5 giugno scorso con Fisascat e Uiltucs è stato lanciato un appello al neo-ministro Di Maio. Un «disastro imprenditoriale – ha commentato la Filcams Cgil – che ha visto l’investitore Andrea Bonomi navigare indisturbato tra accordi con Cassa depositi e prestiti e procedure di liquidazione». Ieri c’è stato l’incontro con il neo-ministro per le Politiche agricole e il turismo, il leghista Gian Marco Centinaio. L’incontro con i lavoratori è durato un’ora circa. Centinaio si era occupato della vicenda nella scorsa legislatura. «Senza un intervento del governo da oggi scatteranno i licenziamenti e con essi verrà messa la parola fine su questa brutta pagina del turismo italiano».