Dal mondo dello spettacolo si alzano forti le voci contro la guerra. Valentyn Vasyanovych, il regista ucraino di Reflection – in gara alla scorsa Mostra di Venezia, il 9 e il 10 a Milano e a Venezia, evento speciale gratuito, il 15 a Bari, dal 17 in sala – ha chiesto con altri registi ucraini il boicottaggio culturale della Russia accusando la comunità artistica russa di complicità col regime. «La storia della Russia imperiale, sovietica e post sovietica si basa sul sangue – ha detto a «Variety» – La produzione culturale ha coperto le azioni aggressive speculando sul fatto che un paese con una grande cultura non può essere sanguinario».

LA GUERRA non fa sconti e lascia sul terreno anche volti noti dello spettacolo ucraino come l’attore Pasha Lee, morto a 33 anni domenica a Irpin, sotto i bombardamenti delle forze russe. Fino al 24 febbraio, giorno dell’invasione, compariva regolarmente davanti agli schermi dell’emittente tv Don Channel. Ma in patria era anche noto per aver recitato in spot pubblicitari e in film come The Fight Rules o Shadows of Unforgotten Ancestors e per aver doppiato alcuni personaggi in mega produzioni di Hollywood come Lo hobbit o Il Re leone. Pasha Lee, era uno dei tanti ucraini – anche famosi, come i fratelli Vitali e Wladimir Klitschko, miti del pugilato, o il tennista Sergiy Stakhovsky – che hanno assicurato di essere pronti a combattere per difendere il loro Paese.
Sostegno agli artisti ucraini arriva dal Documentari Film Festival di Amsterdam (Idfa) e dall’International Film festival di Rotterdam e European Film Academy: per dare una risposta collettiva da parte della comunità cinematografica ai casi di registi che affrontano gravi rischi – ha creato uno speciale Fondo d’emergenza per i registi rivolto ai professionisti del cinema in pericolo. La Coalizione e il Fondo hanno iniziato a raccogliere fondi e donazioni fin dallo scoppio del conflitto. Negli ultimi giorni, contributi finanziari sono stati promessi dai principali enti di finanziamento cinematografico nazionali e regionali della Germania (100 mila euro) da La Scam e da molti donatori individuali.

IL CONFLITTO genera ripercussioni anche nel tempio della danza moscovita: domenica ha lasciato il direttore del Bolshoi, Tugan Sokhiev, che ha annunciato le proprie dimissioni sia dall’incarico nel teatro di Mosca che dalla carica di direttore musicale dell’Orchestre National du Capitole de Toulouse. «Dopo aver affrontato una scelta impossibile tra i miei musicisti preferiti russi e francesi – ha detto Sokhiev – ho deciso di dimettermi da direttore del Teatro Bolshoi di Mosca e da direttore musicale dell’Orchestre National du Capitole de Tolosa». E a seguire è stata la volta ieri dell’italiano Jacopo Tissi, lo scorso dicembre era stato nominato primo ballerino, che ha infatti annunciato via Instagram al corpo di ballo più famoso al mondo di lasciare «almeno per il momento». E lo stesso ha fatto un altro danzatore, solista, del teatro moscovita, il brasiliano David Motta Soares.«Nessuna guerra può essere giustificata.Mai. E io sarò sempre contro ogni tipo di violenza.