Il ministro Valditara ha un’ossessione: tornare a una istruzione classista. Poveri e migranti di qua, gli «altri» di là. Gli altri sono quelli che meritano. Un verbo che non vuol dire niente se scollegato dalle condizioni di partenza ma che serve molto alla propaganda di destra per colpevolizzare individualmente quelli che lo stato ha lasciato indietro. Fallita l’operazione sui professionali, isolato sulla proposta di classi differenziali per bambini di origine straniera, al ministro non è rimasto altro che continuare a spolpare la storia di quell’istituto di Pioltello che aveva deciso di concedere un giorno libero per la festa di fine Ramadan (Eid-El-Fitr).

In due luoghi a lui congeniali, le pagine di Libero e la festa per i 40 anni della Lega a Varese, Valditara è tornato sull’argomento lasciando da parte i toni istituzionali e vestendo quelli del militante leghista: «Sì all’integrazione ma senza discriminare gli studenti italiani, la società del melting pot ha fallito» ha tuonato dalle pagine dirette dall’ex portavoce della premier, Mario Sechi. Poi a Varese l’annuncio di un «provvedimento in dirittura d’arrivo: non sarà più possibile chiudere una scuola in occasione di una festività non riconosciuta dallo Stato». Ma il problema, per la destra, è solo l’Islam e Salvini, grato all’assist del suo ministro, può ribadirlo facilmente: «Ha fatto bene Valditara a dire che anche le scuole italiane non possono aprire al fanatismo islamico, che è il vero pericolo del 2024».

Nello stesso giorno, con estrema solerzia, il leghista Davide Caparini chiedeva alla giunta regionale della Lombardia di attivarsi con il governo «per garantire che la normativa statale provveda a regolamentare il tema delle deroghe scolastiche» e di «evitare una possibile proliferazione di interruzioni dell’attività didattica». La mozione regionale è stata bocciata ma l’intenzione del ministro a livello nazionale rimane chiara. Immediata la replica di Avs e Pd.

Per la sinistra «Valditara fomenta divisioni che è il contrario di ciò che dovrebbe fare un ministro della scuola». Spiega la capogruppo alla Camera, Luana Zanella: «È una pessima azione per il futuro dei nostri territori, dove esiste un tessuto multiculturale che la destra preferisce non vedere». Mentre i democrat hanno aderito a un presidio all’università Roma III, ieri sera, «contro la scuola punitiva e delle disuguaglianze di Valditara». «Siamo contro la scuola delle sanzioni e delle punizioni – hanno detto Enzo Foschi, segretario capitolino dei dem, Sara Lilli e Roberto Fera, coordinatori del Forum Scuola del Pd -, ci opporremo a provvedimenti che abdicano completamente alla funzione educativa della scuola di costruire e coltivare comunità, ci opporremo a questa destra di controllo».

Oggi le opposizioni faranno una conferenza stampa contro il provvedimento su valutazione e condotta che il Mim ha preparato. Per la Flc Cgil i continui annunci di Valditara sugli studenti con background migratorio sono «le ennesime misure a uso e consumo della campagna elettorale. Non conosciamo i contenuti di questo provvedimento – ha dichiarato la segretaria nazionale, Gianna Fracassi – ma se il riferimento è al caso di Pioltello, ricordiamo ancora al ministro che la chiusura è stata decisa per motivi organizzativi e didattici, l’assenza di un gran numero di studenti, e non per introdurre una nuova festività».

E ancora: «Il tetto agli alunni stranieri e poi questo ulteriore intervento sono quanto di meno necessario alle nostre scuole e quanto di più distante dalla loro realtà, le scuole italiane sono luoghi di inclusione e senza discriminazioni come recita la Costituzione». Anche le associazioni studentesche si dicono indignate dalle dichiarazioni del ministro «ancora una volta di stampo puramente razzista».

Bianca Chiesa, coordinatrice nazionale dell’Unione degli studenti, a nome del suo sindacato, chiede che «il nostro paese riconosca a pieno la composizione della popolazione delle scuole, non portando avanti politiche conservatrici, di stampo cattolico e occidentalo-centriche, ma favorendo le differenze culturali. Inaccettabile che, a fronte delle enormi problematiche che oggi la scuola affronta, dall’abbandono scolastico in aumento alle aule fatiscenti e all’esplosione dei disturbi psicologici, la politica gridi allo scandalo su casi come questo, che sono invece modelli esemplari di avanzamento e integrazione culturale tra i banchi».