La mappa europea del contagio, aggiornata ieri, mette in rosso scuro solo la Valle d’Aosta, il resto del paese resta in rosso. Il Centro europeo per il controllo delle malattie ha fatto anche i conti sui vaccinati italiani: al 18 aprile hanno ricevuto almeno una dose il 21,3% della popolazione (la settimana precedente erano il 18,1%). La Germania è al 23,7%, la Francia al 23,8%, la Spagna al 24,2%. L’Italia però supera di una incollatura la Germania per le immunizzazioni complete: siamo all’8,9%, i tedeschi all’8%.

Sono stati 16.232 i nuovi casi Covid ieri su 364.804 test. Il tasso di positività è salito al 4,4%. Stabile il numero dei decessi: 360, per un totale di 118.357. Prosegue invece il calo dei ricoveri: i pazienti in terapia intensiva sono 55 in meno, 3.021 in tutto; i ricoveri ordinari calano di 690 unità, 22.094 nel complesso; in isolamento domiciliare 447.081 persone. La regione con più casi è stata la Lombardia (2.509) seguita da Campania (1.912), Puglia (1.895), Piemonte (1.646), Sicilia (1.412).

Il rapporto della fondazione Gimbe invita alla prudenza. Dal 14 al 20 aprile, rispetto ai sette giorni precedenti, c’è stata una diminuzione del 7,8% di nuovi casi settimanali (90.030 rispetto a 106.326) e un calo del 17,5% dei decessi (2.545 rispetto a 3.083): «La circolazione del virus rimane ancora sostenuta. Il decreto aperture è un atto coraggioso “sul filo del rasoio” per rilanciare le attività e placare le tensioni sociali ma se passa il messaggio liberi tutti, la stagione estiva è a rischio».

I casi attualmente positivi sono scesi a 482 mila: «Si tratta di un numero molto elevato e sottostimato dall’insufficiente attività di testing e tracciamento» spiega Nino Cartabellotta, presidente Gimbe. E sulla campagna vaccinale: «Nelle ultime due settimane sono state consegnate circa 5,7 milioni di dosi. In crescita ma lontane dal garantire le 3,5 milioni di somministrazioni settimanali del piano Figliuolo». Al 20 aprile la media a 7 giorni è 315.506 dosi al giorno.