Presto sarà possibile vaccinarsi con i vaccini AstraZeneca e Johnson & Johnson anche al di sotto dei 60 anni, su base volontaria. Un provvedimento nazionale non c’è, ma molti indizi vanno in questa direzione. Il Lazio, ad esempio, dal 30 aprile aprirà le prenotazioni anche per chi è nato nel 1962 o nel 1963 e tra i vaccini disponibili per questa fascia di età elenca anche i due vaccini adenovirali. Il generale Figliuolo negli ultimi giorni ha aperto alla possibilità di vaccini AZ e Johnson & Johnson persino tra i giovani, previo consenso informato.

La decisione permetterà a chi lo vorrà di correre un rischio molto basso (si parla di qualche caso di trombosi ogni centomila dosi) in cambio di una vaccinazione più rapida, perché una volta vaccinati gli anziani potrebbero esserci dosi AstraZeneca e Johnson & Johnson in surplus rispetto alle necessità. Tra AstraZeneca e Johnson & Johnson, l’Italia aspetta quasi centomila dosi entro il 2021. Soprattutto quello marcato Johnson & Johnson potrebbe far gola a molti: con una sola dose, esso permetterà di acquisire il passaporto vaccinale a cui sta lavorando il governo e di programmare spostamenti più agevoli per l’estate in arrivo.

Dopo i casi di trombosi con assenza di piastrine (trombocitopenia), i due vaccini erano stati riservato solo agli over 60, visto che la maggior parte dei casi riguardava persone più giovani e che al di sopra di quell’età il rischio di contrarre il Covid in forma grave è troppo elevato. Ma l’indicazione non era tassativa: l’Agenzia italiana del farmaco e il ministero della Salute hanno indicato quella fascia di età solo come “preferenziale” anche per la disponibilità di vaccini alternativi. Con questa locuzione, la norma non impedisce di somministrare i due vaccini anche a chi ha meno di sessant’anni, ovviamente dopo adeguata comunicazione. Dunque, non servirà un nuovo parere degli esperti per utilizzare i vaccini adenovirali anche nella popolazione giovane.

La stessa Agenzia Europea del Farmaco (Ema) in uno studio di pochi giorni fa ha dimostrato dati alla mano come il bilancio tra rischi e benefici sia favorevole ai vaccini adenovirali anche tra i giovani, con l’attuale livello di circolazione del virus. Solo al di sotto dei trent’anni il rischio di morte per Covid è statisticamente inferiore a quello di sviluppare una trombosi con trombocitopenia.

Paradossalmente, l’unico paese che ha seguito le indicazioni dell’Ema riservando i vaccini adenovirali agli over 30 è il Regno Unito, nonostante abbia abbandonato l’Unione europea e la partecipazione alla stessa Ema. La maggior parte dei paesi dell’Ue ha optato per soglie di età più elevate o in alcuni casi ha rinunciato del tutto alle vaccinazioni con AstraZeneca o Johnson & Johnson. Salvo, come l’Italia, fare marcia indietro negli ultimi giorni: anche la Danimarca, che aveva fermato del tutto le somministrazioni, sta pensando di usare le dosi prenotate dei due vaccini adenovirali solo a chi preferisce correre un piccolo rischio per accelerare la vaccinazione.