Gli Stati uniti si stanno avviando verso la soglia simbolica di 100mila decessi da Covid-19, ma secondo gli esperti il numero è sottostimato: questa soglia sarebbe già stata raggiunta e superata.

Trump e i membri della sua amministrazione sono di tutt’altro parere e affermano che i numeri sono gonfiati perché i dati raccolti comprendono persone decedute con il coronavirus, ma la cui morte è stata determinata da altre condizioni.

È evidente che la Casa Bianca non ha alcun piacere che i numeri siano alti: Trump ha ripreso ad affermare che questo virus a un certo punto miracolosamente se ne andrà da solo e che l’unico problema sono le norme restrittive.

A questo proposito, con l’evidente scopo di ingraziarsi l’elettorato evangelico ultra religioso, The Donald è entrato nella lotta tra alcuni leader religiosi e governatori e, per poter autorizzare la riapertura dei luoghi di culto pur senza alcuna chiara autorità in tal senso, ha dichiarato che questi sono «servizi essenziali» invitando i governatori a riaprirli «immediatamente».

Quello della guerra dei poteri sta diventando un nuovo campo di battaglia e se Trump non ha il potere di decidere per i governatori, i tribunali potrebbero averne. A New York Andrew Cuomo sulla riapertura delle chiese può opporsi a Trump, ma ha perso la causa contro la Aclu, il sindacato che difende i diritti civili, e che aveva intentato causa al governatore per lo stesso scopo.

Con un ordine esecutivo inaspettato rilasciato venerdì sera Cuomo ha allentato le restrizioni di New York State, inclusa New York City dove la situazione è ancora critica, consentendo gli assembramenti fino a 10 persone «per qualsiasi scopo o motivo lecito», a condizione che si seguano i protocolli di distanza sociale e si indossino mascherine.

La mossa è stata immediatamente condannata dal presidente del comitato sanitario del Consiglio comunale Mark Levine: «Questo ordine forzato da una causa non cambia nulla sui rischi associati alle riunioni di gruppo».

Nello Stato di New York i decessi giornalieri sono scesi sotto i 100, concentrati prevalentemente nella città di New York dove il sindaco De Blasio si sta muovendo più lentamente rispetto a Cuomo.

I sindaci sono preoccupati dagli effetti delle riaperture, molto più dei governatori: in New Jersey il governatore Philip Murphy ha autorizzato gli assembramenti fino a 25 persone, mentre il sindaco di Hoboken, la città diventata simbolo di gestione virtuosa nella costa est, si è limitato a riaprire il mercato all’aperto, avvertendo che alle operazioni di riapertura seguirà un aumento di contagi. «Non si tratta di se – ha detto il sindaco – ma di quanti».

Questo pensiero non sfiora nemmeno Trump che dal canto suo è tornato in uno dei suoi campi da golf, per la prima volta in 75 giorni, attività incoraggiata dalla dottoressa Deborah Birx, parte della task force per il Covid che da settimane ormai non contraddice più nessuna affermazione del presidente e che sul golf si è limitata a chiedere di rispettare la distanza sociale e di non toccare bandierine o palline, che potrebbero poi essere usati da altri giocatori.

Anche riguardo le spiagge ci sono polemiche e approcci diversi. Quasi tutte quelle della Florida hanno riaperto al 100% tranne Miami e Fort Lauderdale; in California si può nuotare, fare surf, camminare sulla spiaggia ma non prendere il sole; a New York sono aperte e si può anche prendere il sole ma non a New York City dove si può solo passeggiare sul lungomare.

La decisione di De Blasio non è piaciuta agli abitanti delle vicine città di mare, spaventati dal potenziale arrivo di newyorchesi in cerca di spiagge. Nella zona degli Hamptons la gente del posto ha costruito barricate per limitare il parcheggio e si distribuiscono volantini ai visitatori con un messaggio per il sindaco di New York: «Trova un sistema e riapri le tue spiagge».