Il cinema di Ursula Meier, cui il BFM dedica una retrospettiva completa, si regge su una scrittura controllata che dinamizza lo spazio e il tempo. Se in Home (2008) le due dimensioni vengono sottoposte a una tensione crescente che finisce per farle esplodere, nel più recente La ligne (2022) assistiamo a un movimento contrario che dalla deflagrazione iniziale percorre una difficile traiettoria di ricomposizione. A suo modo anche Sister (2012) mostrava lo sfrangiarsi e il riannodarsi di un ordine sociale riflesso nella struttura urbana alto/basso, ricco/povero, sogno/realtà che il piccolo Simon/Julien tentava di scompaginare. A scoppiare spargendosi in frammenti sono...