Sono 3.761 i soldati italiani contaminati da uranio impoverito. 307 sono già deceduti. A denunciarlo ieri sono stati i partecipanti ad un sit-in davanti a Montecitorio. Qualche centinaio di cittadini si sono dati appuntamento in piazza perché attendono risposte dalla politica. «Accade invece che, anche di fronte a cause vinte e passate in giudicato, non vengano corrisposti i risarcimento – ha detto Domenico Leggiero, responsabile dell’osservatorio militare – Si tratta di famiglie sul lastrico, giovani abbandonati al loro destino e vedove illuse da promesse mai mantenute. Una situazione insostenibile. Il fatto che i malati e le famiglie si siano incontrati di fronte alla Camera è già un bel risultato. Ora aspettiamo riscontri concreti».

Alla manifestazione hanno partecipato anche parlamentari di Sel e del Movimento 5 Stelle. Questi ultimi ieri avevano incontrato i rappresentanti delle vittime e si erano impegnati non solo a farsi vedere in piazza ma anche a farsi promotori di un’audizione nelle commissioni Affari Sociali, Difesa e Ambiente. «L’uranio impoverito – scrivono i parlamentari 5 Stelle – è il materiale di scarto che resta dopo il processo di arricchimento dell’uranio naturale. Provoca tumori, malformazioni, alterazioni genetiche negli esseri viventi e sarebbe causa di centinaia di militari italiani che in questi anni sono andati in missione all’estero. Non si può continuare a far finta di niente».
«Amici miei a causa dell’inadempienza del ministero della Difesa e dei vari comandi militari, per continuare a curarmi sono costretto a mettere in vendita tutto ciò che possiedo: la mia casa interamente arredata, la vigna e qualche terreno», questo il messaggio disperato lanciato ieri su facebook da una delle vittime.