Si inizia con un lungo piano sequenza che fa tanto Gravity e che la cosa non depone bene per il regista. Ma è la cosa migliore del film, è questo vuol dire tanto, purtroppo. Si attendono dei campioni da Marte e si pensa a Mission to Mars, ma purtroppo dietro la macchina da presa non c’è Brian De Palma ma il regista di Child 44 che con il team di sceneggiatori di Deadpool ha pensato bene di reinventare Alien. Al posto della creatura biomeccanica di Giger una specie di mostro lovecraftiano che allo stadio embrionale assomiglia sia a Groot de I guardiani della galassia che a un’orchidea mutante una volta cresciuto. Da Alien deriva senza alcun tentativo di reinvenzione il conto alla rovescia dei membri dell’equipaggio e le varie fughe lungo i corridoi della nave. La tensione, prima vittima del film, è inesistente e il tutto non vanta nemmeno l’energia ribalda e un po’ cialtrona di cose come Leviathan di George Cosmatos o Relic di Peter Hyams. Espinosa (suo anche il mediocre Safe House) si conferma regista inerte privo di inventiva incapace di valorizzare set e attori. Film fallimentare da qualsiasi punto di vista lo si osservi, potrà piacere solo ai fanta-fan più acritici e privi di esigenze.