La Repubblica non è acqua e men che meno acqua minerale, ma se lo fosse, la Prima, quella che si squaglia al sole di Tangentopoli (roba di Andreotti, di Forlani, di De Mita, di Craxi e del mariuolo Chiesa), era liscia nel senso che si rubava si mafiava, si chiagneva e si fotteva, ma sempre in giacca e cravatta, senza fare ammuina e tutto andava liscio. Poi arrivò la Seconda Repubblica, quella del Caimano in camicia nera che faceva le corna nelle foto ufficiali, con la Merkel «culona inchiavabile» e Ruby Rubacuori nipote di Mubarak: quella sì era bella gassata, altroché! E la Terza? Pur decollata con frizzantissimi «vaffa» al grido di «apriamo il parlamento come una scatoletta di tonno», la Terza Repubblica s’è via via sgasata con le pochette di Giuseppi, le divise di Figliuolo, i silenzi eloquenti di Giorgetti e la calma piatta da Grande Ammucchiata: non liscia quindi, né gassata, ma quel «leggermente» che alla fin fine ha sempre fatto cagare un po’ tutti (vedi le ultime amministrative dove il numero dei candidati ha superato il numero degli elettori e quello dei quesiti referendari ha doppiato il numero dei votanti). Sia come sia nel 2023 tutti a casa e mò per tornare nella scatoletta di tonno mignon, un po’di gas bisognerà pur aggiungerlo. E così in casa 5 Stelle tornano a volare i vaffa, ma non son più quei bei vaffa delle origini, quando uno valeva uno e chi sgarrava era un infame, un cornuto, ‘nu piezz’mmerda e veniva sbattuto fuori a calci nel sedere. No.

Oggi contro Giggino dichiarazioni flautate come «Di Maio mi ha un po’ deluso», «il signor Ministro discredita il movimento», «Benedetto Luigi, non lo riconosco più», e lui -data la certa esclusione dopo il secondo mandato- fallita la strategia di farsene mandare ha pensato: ma se i vaffa non sono più quelli di una volta… vuoi vedere che non vale più manco il mitico «uno vale uno»? E ha quindi piantato la baracca portandosi via sessanta burattini. La reazione di Conte? Ancora una volta più barzotta della sua stessa pochette. L’unico a reagire fieramente, come si confà a un autentico grillino della foresta che fu, Di Battista che ha tuonato: «Luigi è un ignobile traditore!» Finalmente pane al pane… però a questo punto il lettore più attento si chiederà: ma Dibba, dai 5 Stelle, non c’era uscito pure lui un anno e passa fa come or ora Dima? Certo che sì, solo che se oggi pel doroteo di Pomigliano uno vale sessanta, pel fascio-comunista alla