Il titolo della rassegna coglie nel segno. Con «Una voce (umana) nell’ombra», Fuori Orario rende omaggio dal 7 al 9 dicembre, su Rai 3, al cinema di Peter Del Monte. L’orario della messa in onda è, come di consueto, a notte inoltrata (da circa le due all’alba), ma grazie a Raiplay ne possono approfittare anche i non insonni.
Per capire alcune tracce in comune fra quella Voce nell’ombra e la filmografia di Del Monte è molto interessante l’incontro che apre la prima puntata, quello fra Luca Guadagnino e Del Monte avvenuto a Milano lo scorso 23 novembre in chiusura del recente Filmmaker Festival.

Al regista di Suspiria Filmmaker aveva affidato la sezione Carta Bianca nella quale Guadagnino ha inserito sei film di due registi fondamentali per la sua formazione, Rossellini e Del Monte. Di Rossellini ha scelto Europa ’51, Viaggio in Italia e La Paura. Di Del Monte Piso Pisello, Piccoli fuochi e Compagna di viaggio.

IN QUESTA conversazione Del Monte parla del suo essere un italiano nato altrove (a Los Angeles), lì vissuto per 9 anni e di come questo fatto, oltre a creare il trauma di una rottura, gli abbia consegnato uno sguardo più distaccato, nell’ombra appunto.
«Amo il cinema che non imita. I miei film affrontano modelli conflittuali non per toglierli di mezzo, ma per farci i conti in modo non riduttivo, come invece si è fatto con la commedia all’italiana. Film archetipo di questo genere è Il sorpasso nel quale non mi riconosco perché non critica i difetti italiani, ma li contiene. Mi ritengo più figlio della Nouvelle Vague che della commedia all’italiana».

Nella prima puntata di Fuori Orario sono in programma Le parole a venire (1970), tratto dal racconto Les muets di Albert Camus. È un mediometraggio sui rapporti tra un ingegnere proprietario di una piccola fabbrica a Fiumicino e i suoi operai, un intreccio di storie che va oltre il rapporto standardizzato e ideologico tra padrone e lavoratore e che anticipa lo stile e la poetica intimistica del cinema di Del Monte.

SEGUE Piso Pisello (1981) storia di Oliviero, un ragazzino di 13 anni figlio di due reduci del ’68 e che deve affrontare una precocissima paternità. Chiude la prima notte Il mestiere di raccontare. Beppe Fenoglio: i 23 giorni della citta di Alba (1973), prima di due puntate per la tv nelle quali il regista alterna interviste a editori, familiari e amici di Fenoglio a montaggi di foto e ritorni nella cittadina delle Langhe protagonista di uno dei capolavori della letteratura italiana del Novecento.
La seconda notte, 8 dicembre, apre con Nessuno mi pettina bene come il vento (1990) storia di Arianna (Laura Morante), una scrittrice con alle spalle un matrimonio fallito e che vive quasi isolata in una località balneare.

Una giornalista la raggiunge per un’intervista, porta con sé la figlia undicenne con l’intenzione di accompagnarla poi dalla nonna, ma la bambina rifiuta questo spostamento e così Arianna si offre di ospitarla per alcuni giorni. Questo nuovo intreccio di rapporti, anche difficili, permette alla scrittrice di ritrovare una parte di se stessa che fino a quel momento si era negata. Il secondo lungometraggio della puntata è Tracce di vita amorosa (1990), una serie di piccoli episodi che rispondono a domande su che cos’è l’amore e in quante forme si può manifestare.

Ispirato ai Frammenti di un discorso amoroso di Roland Barthes, è un film coraggioso che racconta di una giovane che non affitta un appartamento perché i precedenti inquilini lì si sono lasciati, un bambino geloso del fratellino appena nato, una donna che pedina la persona in cui è stato trapiantato il cuore del fidanzato morto, una signora perbene attratta da un ladruncolo, un giovane che non interviene mentre due teppisti violentano una ragazza.

DOMENICA 9 inizia con Giulia e Giulia (1987). Giulia (Kathleen Turner), è una giovane americana che, sei anni dopo essere rimasta vedova durante il viaggio di nozze, si trova a Trieste. Nel tentativo di recuperare parti della sua vita di giovane sposa, inizia a vivere uno sdoppiamento fra realtà e finzione. Sempre più sconvolta, si perde in un confuso intreccio di eventi che la conducono all’omicidio per poi rassegnarsi all’isolamento in una clinica psichiatrica. Chiude il ciclo Libri in casa: le ultime di Jacopo Ortis (1973) adattamento per la Rai dell’opera epistolare di Ugo Foscolo in cui Del Monte scava nel tormento intimo del giovane Jacopo (Stefano Oppedisano) evidenziando i tratti vicini ai personaggi e alla poetica che il regista svilupperà nei film successivi.