Il popolo palestinese sta vivendo attualmente l’ennesimo sopruso da parte d’Israele e degli Stati Uniti. Com’è noto, la nuova coalizione di governo Netanyahu-Gantz ha posto in cima al suo programma politico
la realizzazione del c.d. “Piano Trump”, che prevede l’annessionede juredi gran parte della Cisgiordania, già sotto occupazione militare da oltre 50 anni.

E così, nel bel mezzo di una pandemia mondiale che ha esacerbato e messo a nudo le disuguaglianze socioeconomiche e politiche del nostro mondo globalizzato, e mentre milioni di manifestanti scendono in piazza per dire no al razzismo istituzionalizzato contro le persone di colore alla base delle strutture economicopolitiche delle democrazie occidentali, il popolo palestinese vede il proprio diritto fondamentale all’autodeterminazione gravemente minacciato. Non possiamo rimanere indifferenti a questo disegno di matrice coloniale, improntato su di una visione del mondo miope e violenta e che ha già provocato guerre e sofferenze in tutta la regione medio orientale. Molteplici risoluzioni delle Nazioni Unite affermano il divieto di acquisizione di territorio con la forza e il diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese, condannando e dichiarando priva di validità l’annessione dei territori occupati da parte di Israele e invitando Israele a conformarsi al diritto internazionale.

Denunciamo il grave errore di chi ritiene che la proposta unilaterale del Presidente Trump (c.d. Piano del secolo) possa sostituirsi al diritto internazionale e alle numerose Risoluzioni ONU che invocano il rispetto dei diritti fondamentali. Denunciamo il disegno di annessione quale programma espansionista di un governo razzista che trasformerà i villaggi palestinesi, già soggetti alle più pesanti compressioni dei propri diritti fondamentali, in veri e propri “Bantustan”, segno della ormai inconfutabile esistenza di uno stato di apartheid, come confermato dagli studi di numerosi intellettuali e organismi internazionali – tra cui l’Agenzia ESCWA dell’ONU, Human Rights Watch e, da ultimo, dallo European Council of Foreign Policy.

I palestinesi da anni chiedono a gran voce la fine dell’occupazione militare, la parità di diritti tra israeliani e palestinesi e la possibilità di poter tornare nelle proprie terre. La pace è una responsabilità di ogni Stato e comunità che si riconosce nei valori della Carta delle Nazioni Unite, ma non può essere raggiunta se non ci si impegna prima nel rispetto di queste tre fondamentali richieste. L’Unione Europea e l’Italia sono state finora silenti. Chiediamo alla nostra città, al nostro governo e ai nostri rappresentanti in Europa di ascoltare le voci delle oltre 70 associazioni della società civile palestinese e adottare misure concrete e coraggiose a favore della legalità internazionale, sanzionando l’annessione della Cisgiordania attraverso strumenti efficaci di pressione nei confronti dello Stato d’Israele. In particolare, chiediamo di sospendere gli accordi commerciali e mettere al bando la cooperazione militare con lo Stato d’Israele fino a quando non cesserà la propria condotta violenta e illegittima, ad oggi impunita.

Firme:
1. Centro Studi Sereno Regis
2. Associazione Frantz Fanon
3. Società Mutuo Soccorso E. De Amicis
4. Anpi 68 Martiri Grugliasco
5. Maurice GLBTQ
6. FIOM – CGILTorino
7. Donne InNero, Torino
8. Anpi Avigliana
9. Un Ponte Per (Torino)
10. Un Ponte Per Gaza (Trofarello)
11. Carovana Migranti
12. Movimento Internazionale per la Riconciliazione
13. Volere la Luna
14. Associazione Orizzonti in Libertà – Casa Umanista
15. Associazione per l’Ambasciata della Democrazia Locale (ADL) a Zavidovici Onlus – Impresa Sociale.