L’unione dei giovani. L’avanguardia russa 1909-1914 è la mostra che si è aperta presso l’Evreysky Muzey di Mosca (Museo degli ebrei, visitabile fino al 12 gennaio 2020), che propone una selezione di opere e documenti della prima associazione ufficialmente registrata di artisti rivoluzionari in Russia, tra i cui protagonisti vi furono Kazimir Malevich, Vladimir Tatlin e Pavel Filonov (ma vi presero parte anche Varvara Bubnova, Aristarkh Lentulov, Nadezhda Lermontova, Marc Chagall e Alexandra Exter). L’unione nacque a San Pietroburgo alla fine del 1909 su iniziativa dell’artista Mikhail Matyushin e del filantropo, appassionato di teatro, Levky Zheverzheev.

L’ESPOSIZIONE porta alla luce un passaggio decisivo, ma ancora poco conosciuto, nello sviluppo delle tendenze più innovative dell’arte russa e poi sovietica. Il carattere aperto ed eclettico della ricerca dell’Unione dei giovani permise a simbolismo, neo-primitivismo, cubismo e futurismo di convivere pacificamente nelle sette mostre che si realizzarono lungo un lustro.
La rassegna raccoglie ottanta opere di trentacinque artisti. Nel percorso allestito, figurano capolavori come Ritratto di I.V. Kljun di Malevich, Festa dei re di Pavel Filonov (entrambi del 1913) e Paesaggio radiante di Michail Larionov, di tre anni precedente. Sono inoltre presenti alcune rare opere d’avanguardia del Museo russo, dei musei d’arte di Russia e Lettonia o provenienti da collezioni private. L’Unione dei giovani comprendeva non solo personaggi come Rozanova, Malevich o Matyushin, ma anche Verkhovsky, Mashkov, Ballier, Schleifer, Baudouin de Courtenay e molti autori immeritatamente dimenticati e ignorati dal pubblico contemporaneo, la cui opera trovò spazio nella cronaca culturale dell’avanguardia russa dell’epoca.

L’UNIONE EBBE anche un filone teatrale. Nelle sale adibite alla mostra si possono osservare materiali della controversa opera futurista russa Pobeda nad solnze (Vittoria sul sole) andata in scena, per la prima volta, al teatro Luna park di San Pietroburgo nel 1913. La pièce malgrado il successo fu in seguito ridimensionata dalla critica, fatta eccezione ovviamente per l’apporto di Malevich che dipinse per la performance il Quadrato al nero.
Per chi ama Malevich, è consigliabile un trasferimento in metrò dalla fermata Marina Rosha, dove si trova il museo ebraico, a Park Kultury: qui, nella succursale della Tretyakovskaya Galerya, si trova la permanente dell’arte russa del Novecento, che comprende la celebre Sala 14, dedicata al fondatore della scuola suprematista.