Non solo Moby Dick: parlando di cetacei viene in mente anche Storia di una balena bianca raccontata da lei stessa (2018), l’ultima favola scritta da Luis Sepúlveda, una favola per adulti e per bambini.

CHISSA’ SE LO SCRITTORE e attivista cileno si sia ispirato a Migaloo, la celebre balena bianca (o albina) avvistata per la prima volta nelle acque australiane nel 1991. È comunque interessante che sia questo grande mammifero marino a raccontare in prima persona la sua storia, in una voluta di ricordi piacevoli così come tumultuosi, aggressivi e dolorosi quando è il momento di difendersi dall’avida malvagità degli uomini.

UNA VOCE NARRANTE che si esprime attraverso la citazione di quella campionatura di suoni detta il «canto delle balene», fonte d’ispirazione anche per l’artista, designer e ricercatore interdisciplinare Mathias Gmachl (nato a Salisburgo nel 1974) per la realizzazione di Echoes – a voice from uncharted waters al Parco Ciani di Lugano (fino al prossimo 12 ottobre 2021). Le tappe successive saranno il cortile del MuseumsQuartier a Vienna e Montréal.

L’INSTALLAZIONE D’ARTE URBANA su scala architettonica nel 2019 è stata vincitrice del concorso indetto da Lac Lugano Arte e Cultura, insieme a MuseumsQuartier di Vienna e Quartier des Spectacles di Montréal proprio per il carattere di urgenza della tematica affrontata sulla salvaguardia ambientale, nonché per il suo forte impatto sul pubblico. Malgrado l’imponenza della struttura in acciaio di 17 metri (pesa 5 tonnellate), con la sinuosità della sua forma l’installazione conserva e restituisce le caratteristiche reali e immaginifiche dell’animale marino.

UN RISULTATO OTTENUTO ANCHE in virtù della collaborazione durata un anno con un team di biologi marini: nell’opera le linee s’ispirano al ventre striato delle balene mentre i colori rappresentano simbolicamente la totalità delle creature marine. Gmachl, che è un artista noto a livello internazionale (insieme a Rachel Wingfield e Loop.pH, lo studio di cui è fondatore e direttore nel 2006, ha firmato il progetto Biowall, di cui il prototipo è nelle collezioni del MoMa di New York), sollecita l’interazione dello spettatore attraverso la combinazione di diversi elementi che includono quello sonoro e visivo, particolarmente suggestivo nelle ore notturne quando la scultura è illuminata.

NELLA SUA INTENSA PRATICA di progettazione e fabbricazione di «esperienze e ambienti pionieristici che ripensano radicalmente il nostro futuro», l’artista austriaco opera un sistema di rideterminazione semantica dei miti contemporanei sottolineandone le criticità e ipotizzando possibili soluzioni che consentano alla comunità di immaginare un futuro migliore.

NEL CASO DI ECHOES – A VOICE from uncharted waters, ispirandosi alla nota campagna degli anni Settanta di Greenpeace Save the Whales, il progetto – in linea con l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, programma d’azione delle Nazioni Unite al quale la Città di Lugano ha aderito attivamente e il cui obiettivo 14 è la conservazione e l’utilizzo in modo sostenibile degli oceani, dei mari e delle risorse marine – ha puntato l’attenzione sui danni causati dall’inquinamento acustico nell’ambito del drastico cambiamento dell’ecosistema con il riscaldamento globale, causa di diversi itinerari e mutamenti degli stessi scenari marini in cui vivono i «giganti del mare», dallo spiaggiamento all’inquinamento da plastica con capodogli in via d’estinzione, epidemie ed altro ancora. La percezione del mutamento è resa proprio attraverso la sonorità, parte integrante dell’opera stessa.

LA MAPPA DI SUONI che appartengono al paesaggio marino, habitat naturale del cetaceo, possono essere armoniosi o minacciosi. Dal movimento delle onde e del vento al rombo dei motori… Aritmie della contemporaneità che s’insinuano nella natura diffondendo suoni stridenti nel momento in cui lo spettatore sale sulla piattaforma che circonda l’opera avvicinandosi alla scultura.

È L’ALLARME LANCIATO dalle balene quando avvertono il pericolo. Un’allerta che ormai riguarda l’intera comunità di esseri viventi che abitano il pianeta.